Dopo una lunga paralisi il Cantiere navale di Trapani sarà di nuovo operativo ma è indispensabile che si proceda subito alla riassunzione di tutti gli ex operai e che riprendano le attività di riparazione e costruzione dei mezzi navali”.
Il segretario generale della Cgil e della Fiom Cgil di Trapani Filippo Cutrona interviene sul futuro del Cnt dopo le notizie, ancora non ufficiali, secondo le quali il Ministero delle Infrastrutture, dopo quasi due anni di attesa, ha provveduto ad assegnare per 29 anni l'area demaniale al gruppo romano Marinedi Srl, che in un primo momento era stato escluso dalla gara per poi essere riammesso.
“Dopo quasi due anni di attesa – dice il segretario Cutrona – finalmente il Cantiere navale riaprirà i battenti. Adesso la condizione che la Cgil porrà ai nuovi concessionari è quella della riassunzione di tutti i lavoratori che da anni attendono la ripresa delle attività e che attualmente sono senza reddito”.
In questi anni la Cgil si è battuta, a fianco dei lavoratori che oggi sono rimati in 25, contro i ritardi del Ministero e contro il “disinteresse dei parlamentari espressi dal territorio che di fatto non hanno intrapreso alcuna iniziativa concreta volta a sollecitare l'iter per la riapertura del Cantiere navale”.
“La chiusura del Cnt - dice Cutrona - ha rappresentato per il sistema portuale e per la provincia di Trapani il venir meno di un importante settore produttivo. Adesso è indispensabile che la Marinedi si metta subito a lavoro per ristrutturare gli immobili e gli impianti che sono stati depredati e oggetto di atti vandalici”.
Per la Cgil, il Cantiere navale di Trapani deve nuovamente rappresentare un'occasione di sviluppo economico e occupazionale garantendo, attraverso il bacino galleggiante, la cui ristrutturazione terminerà tra sei mesi, e l'officina meccanica, produttività al settore e al suo indotto.
“Il curriculum della società assegnataria dell'area demaniale – conclude Cutrona – non annovera tra le proprie attività la riparazione e la costruzione di unità navali. Non conosciamo ne piano industriale e ne le intenzioni della Marinedi ma riteniamo che l'attività del cantiere, per la sua storia e la sua lunga tradizione, non vada snaturata nelle sue funzioni attraverso un utilizzo orientato nella direzione delle barche da diporto”.