Sembrano non finire mai i guai giudiziari dell’ex sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà. Dopo la condanna in appello per concorso in associazione mafiosa (9 anni di reclusione) e quella in primo grado per concussione (4 anni e mezzo), adesso Caravà è nuovamente sotto processo, innanzi il giudice monocratico Vito Marcello Saladino, per “mancata adozione di misure di sicurezza in ambienti di lavoro”. E cioè in scuole comunali e altri edifici pubblici. Si contestano, in particolare, violazioni in fatto di normativa antincendio. I fatti oggetto del processo sono del 2012, anno in cui fu rimosso da sindaco dopo l’arresto nell’ambito dell’operazione antimafia “Campus belli” (16 dicembre 2011). “A Caravà – replica, però, l’avvocato difensore Giovanni Lentini – si addebitano responsabilità che, invece, attengono esclusivamente ai poteri di gestione dei dirigenti, non a quelli di indirizzo politico-amministrativo. Per altro, Caravà nel 2012 fu rimosso dalla carica di sindaco. L’oggetto di questo processo – spiega ancora l’avvocato Lentini – è di natura strettamente giuridica. Non contestiamo, infatti, il fatto che c’erano alcune carenze. Il problema è stabilire se queste carenze erano da addebitare al sindaco o al dirigente del settore”.