Il giudice del Tribunale di Trapani, Lucia Fontana, giovedì scorso ha ascoltato i legali degli imputati alcamesi finiti sotto processo per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio. A giudizio sono finiti l’ex Senatore Nino Papania, il suo collaboratore Massimiliano Ciccia, il consigliere comunale Antonio Nicolosi, l’operaio Giuseppe Bambina, l’agricoltore Filippo Renda, il geometra Giuseppe Galbo e il pensionato Giuseppe Milana. Di questi solo Nicolosi e Milana, assistiti dall’avv. Vito Di Graziano, hanno scelto di celebrare il processo tramite il rito ordinario, mentre i restanti hanno scelto il rito abbreviato.
Nel corso dell’udienza tutti i legali degli imputati hanno chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Ad eccezione dei legali di Nicolosi e Milana che per il processo ordinario hanno chiesto al giudice il non luogo a procedere. Nella tesi difensiva degli avvocati è stato messo in luce che nel fascicolo molti atti non risultano attinenti al processo, hanno evidenziato inoltre come ci sia una carenza di riscontri probatori per quel che riguarda lo scambio di derrate alimentari in cambio di voti.
L'avvocato Lo Presti, difensore di Giuseppe Galbo, ha motivato l’assoluzione, in quanto non risulta a suo parere coinvolto nella vicenda. L'intervento dell’avv. Di Graziano, difensore di Nicolosi, ha fatto un un parallelo tra i voti ottenuti da Nicolosi alle comunali e quelli alle regionale. Per Di Graziano, se questo sistema di voto di scambio fosse realmente in piedi non sarebbe chiaro il perchè Nicolosi prima ha raggiunto un certo sostegno elettorale e successivamente no.
Per gli avvocati degli imputati tutte le ipotesi investigative non sono riscontrate, e non esiste nessuna prova che sia stata consegnata pasta o denaro in cambio di voto. Alla prossima udienza prevista per il 4 Febbraio del 2016, saranno ascoltati gli altri avvocati, e molto probabilmente ci sarà la replica del pm.