Processato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, aveva chiesto, tramite il suo difensore, l’avvocato Maria Antonietta Tosto, di patteggiare la pena. Il pm, però, prima di dare l’ok, ha voluto esaminare i suoi precedenti penali e proprio sulla base di ciò il giudice monocratico Blanda ha deciso che il 51enne marsalese Alessandro Titone “non è meritevole di essere ammesso al patteggiamento con sospensione condizionale della pena”. Tra i suoi precedenti, anche uno analogo. In passato, inoltre, il Titone ha già usufruito tre volte della sospensione condizionale. E la legge prevede tale beneficio solo per due volte. Il giudice Blanda, inoltre, essendosi, di fatto, già pronunciatosi sulla colpevolezza dell’imputato, ha disposto la trasmissione del fascicolo al presidente del Tribunale affinché lo assegni ad altro giudice. I fatti: il 7 febbraio 2014, in via Trapani, invitato da due sottufficiali della Guardia di finanza a spostare il suo furgone che stava bloccando il traffico, Titone avrebbe reagito in maniera non proprio oxfordiana. Anzi, quando i due militari si sono qualificati (svolgevano servizio in borghese), la reazione sarebbe stata ancora più dura. Con parolacce all’indirizzo dei due rappresentanti delle forze dell’ordine: il luogotenente Antonio Lubrano e il maresciallo Salvatore Missuto, della sezione di pg delle Fiamme Gialle della Procura, costituitisi parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Gaetano Di Bartolo. Inevitabile, a quel punto, la denuncia del Titone.