Il Comune di Trapani regala le papere. Nel laghetto della Villa Margherita, nel cuore di Trapani, ce ne sono troppe. Molte scappano, finiscono in strada, poi i vigili le devono recuperare, alcune vengono investite. Non è raro che i vigili urbani, alla voce "servizi contro il randagismo", annotino nei loro brogliacci "rimossa carcassa papera". L'Amministrazione Comunale ha deciso dunque di affidarle a qualcuno amante delle papere.
Diverso invece l'obiettivo della Regione Siciliana, che ha necessità di fare cassa vendendo il possibile, e così mette all’asta sette cavalli. Che la Regione possieda cavalli non deve meravigliare. La Regione Siciliana ha avuto di tutto, nella sua storia. Una volta furono acquistate pure due orche… Per quanto riguarda i cavalli, si tratta di un’asta pubblica che si terrà il prossimo 20 aprile a Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento e se li aggiudicherà il miglior offerente. Sono quattro puledri, due fattrici e un castrone tutti di razza “franches-montagnes’”. Gli importi a base d’asta per ognuno dei cavalli varia da 430 a 700 euro. Venti euro il rilancio minimo.
Dicevamo delle orche. Era il 1984. A Sciacca fu annunciata la costruzione di tredici alberghi lungo circa trenta ettari di costa, corredati da una sorta di Disneyland marina, battezzata per "Sciacca-splash". Laghi artificiali, delfini acrobati e persino due orche, che furono acquistate in Islanda per la modica somma di 400 milioni di lire. In attesa di essere trasferiti nell' isola a progetto ultimato, i due cetacei venneroo lussuosamente mantenuti in Islanda sempre a spese della regione (sei milioni al mese). Poi il progetto non si fece più. Le orche però furono mantenute per anni, pare fino alla loro improvvisa scomparsa.
La Regione ha bisogno di soldi, perché il bilancio in Sicilia è stato approvato all’Ars due settimane fa, ma non è ancora pubblicato. Perché? Sono passate quasi due settimane dall’approvazione all’Ars di bilancio e Finanziaria, ma i documenti restano misteriosamente chiusi negli uffici regionali e non sono ancora stati inviati per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Un ritardo senza precedenti che pone tanti interrogativi, getta ombre fitte sui conti siciliani e blocca la spesa. E’ un “ulteriore colpo alla credibilita’ di una classe politica siciliana ormai ridotta al lumicino”, secondo la Fp Cgil Sicilia. Ogni giorno di ritardo mette a rischio i pagamenti degli stipendi dei regionali, i trasferimenti delle risorse agli enti locali, e’ l’allarme del sindacato che si dice “fortemente preoccupato” e chiede “immediata chiarezza” su quella che definisce una “inspiegabile omissione”.
La verità, secondo le voci di corridoio, è che da Roma ancora non si decidono a dare alla Sicilia i famosi 500 milioni di euro di aiuti che erano stati promessi in cambio dei tagli effettuati. Questi soldi sono inseriti nel documento contabile, ma non ancora nelle casse siciliane. Mezzo miliardo iscritto nel bilancio 2016 che la Sicilia attende da Roma a titolo di anticipazione sugli accordi Stato-Regione e che si ritiene sia quasi impossibile che arrivino nelle casse regionali, perche’ sottoposti, secondo alcune valutazioni, a una sorta di condizione sospensiva. Inserire i 500 milioni in bilancio ha comportato la necessita’ di congelare un importo corrispondente di spesa fino al realizzarsi del presupposto giuridico che ne consenta l’effettiva quantificazione, l’assegnazione del contributo e’ associata alla condizione di un aggiornamento dell’intesa tra lo Stato e la Regione in materia di obiettivi di contenimento della spesa per il 2016. Da qui il rischio di una impugnativa.