"Secondo il governo Renzi - Alfano - Padoan, dovrebbero essere i comuni siciliani di Augusta e Priolo a pagare la sanzione di 400 mila euro l'anno per ogni sito non bonificato a cui la Corte Europea ha condannato l'Italia. Ciò è falso perché è noto come la responsabilità di quegli inquinamenti sia del governo italiano e oggi anche di quello regionale che hanno autorizzato "qualcuno" a inondare di materiali inquinanti quei territori senza alcuna cautela ed esonerandoli sino a oggi dagli obblighi di bonifica previsti dalla legge. È paradossale perché il governo intenderebbe così scaricare un ulteriore onere su territori e cittadini che già hanno pagato e pagheranno ancora per decenni il danno ambientale, sanitario e sociale di una politica nazionale peggiore di qualsivoglia colonialismo di rapina. Cosa pensa di tutto questo il presidente della Regione siciliana che ha recentemente firmato una dichiarazione, anch'essa falsa e paradossale, dove afferma che la politica petrolifera in Sicilia è stata nel tempo condotta secondo le migliori regole di rispetto dell'ambiente? Dovrebbe allora contestare le sanzioni comminate dalla Corte Europea e quindi dovrebbe difendere i comuni siciliani. La prima risposta che i siciliani possono dare a questi due governi di spregiudicati opportunisti e al loro inquietante contorno è nel referendum del 17 aprile con una massiccia affluenza al voto per il SI'. Le successive risposte saranno date con il referendum sulle riforme e con le prossime elezioni regionali e nazionali che segneranno il definitivo allontanamento di due governi nemici della Sicilia e dei siciliani come mai nel passato è stato dato riscontrare".
Antonio D'Alì - Forza Italia