I problemi dell'emigrazione, lo sradicamento delle proprie origini e il cambiamento della vita, ma anche i problemi vissuti durante il viaggio che dall'Africa porta in Europa, sono stati questi i temi approfonditi durante l'incontro che si è svolto a Trapani con Medici Senza Frontiere che nell'occasione ha presentato il report “Traumi ignorati” e alcuni progetti in corso. Alla presentazione dello studio erano presenti il prefetto di Trapani Priolo, il suo vice Concetta Caruso, il sindaco di Trapani, Vito Damiano, il responsabile di MSF per l'Italia Maurizio Ricci e i rappresentanti dell'ASP di Trapani. Damiano con il suo intervento ha ricordato l'attività che si svolge a Trapani con il Centro di Milo, ormai riconosciuto come uno dei migliori e il Centro per l'Integrazione. Il prefetto Priolo ha tenuto a ricordare il ruolo centrale che ha l'Italia nel supporto alle popolazioni africane e allo stesso tempo ha detto che anche l'Europa deve fare la sua parte. I numeri del report di Medici Senza Frontiere, illustrato da Silvia Mancini, dicono che il 60,5% dei soggetti analizzati (per un totale di 387 pazienti) ha mostrato problemi di salute mentale. Tra questi dei 199 presi affidati a MSF, 84 avevano disturbi compatibili con sindrome post traumatica. L’87% ha dichiarato di soffrire per le difficoltà legale all’attuale condizione di vita, per la mancanza di attività quotidiane, la paura per il futuro, il timore per i familiari lontani. Andrea Ciocca, che è il responsabile del progetto di “Ambulatorio di psicorerapia transculturale” attivato a Trapani in collaborazione con l’Asp, ha motivato il perchè MSF ha scelto proprio Trapani: “La città è in prima linea negli sbarchi ed è considerata un modello positivo nel sistema di accoglienza dei migranti e noi abbiamo voluto scommettere su un luogo che desse garanzie per il futuro. Il nostro scopo – ha proseguito – è quello di collaborare con le realtà già presenti. Quando il nostro progetto, nel dicembre 2017 terminerà, il suo successo sarà determinato dall’aver saputo condividere e diffondere buone pratiche che resteranno nelle mani di chi opera stabilmente sul territorio”.