Negli ultimi due anni a Birgi ci sono stati meno voli rispetto a quando l'aeroporto trapanese era rimasto chiuso per le operazioni militari in Libia. Chiusura che ha portato ad un risarcimento dei danni al territorio da parte dello Stato.
E' il dato che emerge mentre tutto è ancora in alto mare per il rinnovo della permanenza di Ryanair a Birgi. Il contratto scade a Marzo, e ci sono rischi concreti che non si arrivi al rinnovo. La compagnia irlandese opera a Birgi grazie ad un contratto di co-marketing stipulato dall’Airgest e dall’Ams, la società che per Ryanair si occupa di marketing e promozione del territorio. Su carta si dovrebbero vendere spazi pubblicitari e servizi di promozione, nella pratica vengono vendute tratte aeree. La Ryanair costa oltre 6 milioni di euro l’anno, che negli ultimi 3 anni sono stati pagati dall’Airgest, e dalla coalizione formata da Camera di Commercio e comuni della provincia di Trapani. A proposito. Visto che sulla carta si parla di marketing e pubblicità, i comuni hanno mai chiesto a Ryanair di fare pubblicità? Non sembra. In ogni caso, in provincia di Trapani, si usa così, pagare e sorridere. La novità di questi mesi è che l’Airgest non può più versare la sua quota, circa 3,5 milioni di euro l’anno. Ha un disavanzo di 15 milioni di euro, e da quando la Regione, che è socia di maggioranza, non ha previsto la ricapitalizzazione della società e nessun altro intervento. Adesso il rischio è che tutta la responsabilità per l'eventuale nuovo contratto possa ricadere sui Comuni della Provincia di Trapani. I sindaci, non tutti, si sono riuniti nei giorni scorsi e hanno parlato della possibilità che il Libero Consorzio, l’ente che sostituisce la provincia, possa intervenire, ma al momento non si sa come, visto che l’ente è commissariato e il presidente verrà eletto nel 2017, quando sarà troppo tardi.
Il fronte dei sindaci si è spaccato dopo la riunione convocata da Giacomo Tranchida, sindaco di Erice in cui diciotto sindaci su ventiquattro hanno presentato un documento unitario nel quale si dicono pronti a continuare a versare i soldi per evitare che Ryanair vada via da Trapani e per rinnovare il contratto tra Airgest e la compagnia irlandese anche per il triennio 2017 - 2020, ma chiedono anche un intervento forte della Regione, che si deve "accollare" almeno la metà dei sei milioni di euro l'anno necessari. A questo documento hanno risposto gli altri sindaci. Sono i primi cittadini di di Partanna, Petrosino, Salemi, Poggioreale, Salaparuta, Gibellina. C’è unione d’intenti tra i due fronti, vogliono tutti che Ryanair resti a Birgi, ma i sindaci dei piccoli comuni chiedono chiedono un maggiore coinvolgimento nei percorsi e che non si facciano speculazioni politiche.
I sindaci sono tutti disposti a fare la loro parte, secondo determinate condizioni. Ma in questi anni Ryanair non si è fidata molto dei Comuni della provincia di Trapani, per i ritardi con cui sono state versate le quote. Dei tre anni di contratto infatti mancano all’appello ancora 2.553.600 euro che devono versare i Comuni, chi più chi meno, chi è in regola con le rate e chi non ne ha mai pagata una.
Chi non pagherà nel 2017, dicevamo, sarà l’Airgest, la società che gestisce lo scalo ha un enorme buco in bilancio, con costi che nell’ultimo anno sono incredibilmente aumentati. Qualche esempio? Tra il 2014 e il 2015 i servizi sanitari aeroportuali sono aumentati del 322,5% passando da 115 mila a 488 mila euro. C’è stato un aumento delle spese legali del 73,2%, il canone di manutenzione e riparazione di beni security è aumentato del 84,8%, canone maturato sui beni propri aumenta del 43,7%. Sono aumentati anche i costi per il personale (+15,47%).
In tutto ciò voli e passeggeri diminuiscono sempre di più all’aeroporto di Birgi. Sono lontani i dati del 2013, l’anno del boom, in cui si sono sfiorati un milione 900 mila passeggeri. Invece ci si avvicina a quelli del 2011, quando il Vincenzo Florio è rimasto chiuso e poi con il traffico ridotto per le operazioni militari in Libia. Nonostante tutto nel 2011 si sono registrati 1 milione 470 mila passeggeri, nel 2015, invece sono stati 1 milione 586 mila passeggeri. Ma è il dato dei voli a far emergere una sostanziale differenza. Nel 2011, infatti ci sono stati 13.218 voli, nel 2015 sono stati 11.607, e nel 2014, anno in cui è stato sottoscritto l'attuale contratto, i voli erano 12.536, con un milione 598 mila passeggeri. Il dato è che con il contratto sottoscritto nel 2014, e che scade il prossimo anno, si sono avuti meno passeggeri del 2013 e qualcosa in più rispetto a quando lo scalo era rimasto chiuso per le operazioni militari in Libia. Ecco, per quella chiusura, per quei danni, di poco meno di 200 mila passeggeri rispetto al milione e 682 mila e ai 14 mila voli del 2010, il territorio ha avuto un ristoro, un risarcimento dallo Stato. Ecco, se guardiamo i numeri di Birgi del 2010 e quelli del 2014 possiamo dire che, In termini di passeggeri e di voli, ha fatto più danni il contratto sottoscritto con Ryanair nel 2014 che la guerra in Libia.
A Trapani, intanto, ’ufficio di Presidenza del consiglio comunale ha ufficializzato le date per i consigli straordinari sull’aeroporto Vincenzo Florio e sulla sicurezza nel capoluogo. Il primo, quello sulla delicata situazione che investe da tempo lo scalo di Birgi, si terrà lunedì 21 novembre. Si tratta di una seduta straordinaria ed aperta alla quale potranno intervenire anche gli operatori del settore turistico-alberghiero e del mondo datoriale.