Oggi il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, vola a Roma per confrontarsi con il governo sull'emergenza rifiuti in Sicilia. Le idee sono poche e confuse. Si aspetta che diventi operativo il nuovo assessore, Pierobon, che tutti guardano come ad una specie di mago calato dall'alto, ma sarà una sfida quasi impossibile.
Musumeci va con una proposta vecchia: aumentare le discariche. O meglio, aumentare la loro capacità. Ciò per evitare di spedire i rifiuti all'estero, che per i siciliani sarebbe un salasso da 100 milioni di euro.
Le discariche stanno per andare in tilt, non solo Palermo, anche quella di Trapani. Musumeci non vuole il commissariamento dell'isola ma un'ordinanza del governo che stabilisca con chiarezza alcune cose, per creare nuove vasche nelle discariche, riaprire quelle chiuse, come Enna, ampliare Trapani e Siculiana. Il piano prevede la creazione di alcuni impianti di compostaggio, inoltre. In tutto ciò Musumeci chiede la collaborazione dei Sindaci, per incrementare la differenziata, che poi è il compito di Alberto Pierobon, ancora non nominato assessore. Se Gentiloni dovesse dire di no ai poteri speciali, quasi scontato l'invio fuori dalla Sicilia dei rifiuti.
Musumeci vorrebbe utilizzare fondi comunitari, ma Bruxelles ha appena bloccato 166 milioni di euro che la Regione siciliana avrebbe potuto utilizzare per potenziare gli impianti di smaltimento. L'Unione Europea ha previsto questa sanzione per la Sicilia per tutti gli errori commessi negli ultimi anni. «Le carenze di informazioni - scrive l’Ue - riguardano la futura produzione di rifiuti, il trasferimento di rifiuti all’estero, la chiusura degli impianti esistenti, i rifiuti da imballaggi e quelli urbani biodegradabili. Le carenze riguardano anche la distanza dagli obiettivi fissati per il 2020 e l’attività preparatoria per il riuso e riciclo dei rifiuti». La Regione ha già inviato le sue controdeduzioni per sbloccare i fondi , e può comunque contare su 157 milioni previsti nel Patto per il Sud, fino ad ora non utilizzati.
Il fatto è che i soldi fino ad ora sono stati spesi male. Gli ingenti finanziamenti arrivati erano destinati a investimenti che avrebbero favorito la raccolta differenziata ma sono poi stati utilizzati per l'ampliamento delle discariche, soprattutto di quella di Palermo. Solo nel 2011 furono stanziati per la Sicilia 140 milioni e 962 mila euro. Ben 94,6 erano destinati a impianti alternativi alle discariche. Altri 46,3 milioni servivano per impianti in cui smaltire i rifiuti secchi provenienti dalla differenziata. Ma poi 100 milioni sono stati dirottati per realizzare nuove discariche...
L'emergenza si vede anche a Trapani, per i 22 comuni che conferiscono nella discarica di contrada Borranea. E' scaduta la proroga per confluire i rifiuti raccolti nella discarica trapanese, e i cassonetti sono stracolmi . La discarica, in via eccezionale, può ricevere solo 95 tonnellate al giorno di rifiuti. Nell’attesa di conoscere le nuove disposizioni del governo regionale i rifiuti rimangono per strada.
Ieri sera il presidente Musumeci ha autorizzato la prosecuzione del conferimento dei rifiuti alla discarica di Trapani fino al 28 febbraio, e per un volume massimo di 3500 metri cubi. Carlo Guarnotta, l’amministratore unico della “Trapani Servizi” ha disposto per questa mattina la ripresa della raccolta dei rifiuti, che per due giorni sono rimasti accatastati nei cassonetti e lungo le strade. Il 70% dei rifiuti "lavorati" a Borranea andranno poi a Siculiana. Ieri è stata autorizzata la costruzione di una nuova vasca a Borranea. L'ultima fu realizzata due anni e mezzo fa ed è costata due milioni.