Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/01/2018 22:10:00

D'Alì e la mafia. La Cassazione annulla la sentenza. Si torna in Corte d'Appello

Tutto da rifare. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello di Palermo la sentenza con la quale il senatore Antonio D'Alì è stato prescritto e assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Si dovrà tornare in appello quindi per D'Alì che sia in primo che in secondo grado aveva ottenuto la medesima sentenza: prescritto per i fatti fino al 1994 e assolto per quelli contesti per il periodo successivo.

I giudici della Corte di Appello di Palermo, come quelli di primo grado, hanno accerto la "condotta illecita" di D'Alì fino al 1994, e quindi il reato è stato dichiarato prescritto: "L'imputato ha contribuito con coscienza e volontà al rafforzamento di Cosa nostra, fino ad epoca successiva e prossima al mese di gennaio 1994". Tutto si basa sempre sulla compravendita di un terreno in Contrada Zangara a Castelvetrano, passato dai D'Alì in mano a Totò Riina. La prima elezione al Senato, nel 1994, fu "appoggiata elettoralmente dall'associazione mafiosa", tuttavia, senza alcuna prova di disponibilità di D'Alì a favorire la famiglia mafiosa dei Messina Denaro.