Michele Licata è stato condannato a due anni a mezzo per la lottizzazione abusiva nella zona di Torrazza, a Petrosino. Stava tentando di costruire un resort sotto le false spoglie di opifici. C'è stata un'inchiesta giudiziaria ora è arrivata la sentenza. Gaspare Giacalone, sindaco di Petrosino, la sua avventura politica è cominciata proprio da là. Dalla vicenda di Torrazza, per cui ha fatto diverse battaglie. Come si sente ora che c'è stata una prima sentenza?
Il giorno della sentenza è servito a fare affiorare diversi ricordi. Quando la legge interviene diventa un fatto che riguarda tutti quanti. Il messaggio più importante da questa vicenda è che le leggi si rispettano e soprattutto devono farsi rispettare le istituzioni, come il Comune, che ha avuto delle sue responsabilità negli anni passati. Il verdetto ci dice che avevamo ragione. Ma non è finita qui. Ci sono altri aspetti che vanno chiariti. Non mi fermerò mai, voglio una verità che sia al cento per cento. E' chiaro che ci sono stati altri responsabili, è chiaro che qualcuno ha dato le autorizzazioni. Io mi aspetto una verità piena. So che c'è un altro processo e noi ci costituiremo parte civile.
Il giudice ha stabilito che i terreni di Torrazza diventano di proprietà del Comune. Una decisione importante.
Intanto devo fare un plauso alle forze dell'ordine. Sono state vicine a questa amministrazione soprattutto per il ripristino della verità. Un lavoro intenso ha fatto la Procura, e vorrei ringraziare il Pm Scalabrini che ha avvitato le indagini. Il giudice non solo ha suggellato quello che è un principio del rispetto dell'ambiente, ma nel merito della sentenza c'è un elemento innovativo. È stato confiscata tutta l'area oggetto di lottizzazione abusiva, circa 14 ettari.
Cosa ne farà il Comune?
Ovviamente dobbiamo aspettare i tre gradi di giudizio, ma quando la sentenza diventerà definitiva il proprietario di quest'area sarà il comune di Petrosino. Noi prevederemo un futuro diverso per Torrazza. Per gestire la zona non dovremo chiedere il permesso a nessuno. Pochi sanno che perfino per pulire la spiaggia noi dovevamo chiedere il permesso all'autorità giudiziaria.
Umanamente cosa costa ad una amministrazione, ad un sindaco, intraprendere queste battaglie?
Adesso è più facile rispondere, la sentenza mi facilita. Però è stata una situazione difficile che ho vissuto non solo io, ma tutta la mia squadra, i ragazzi del comitato, i consiglieri, i miei amministratori. Aver avuto il bastone tra le ruote è dir poco. Abbiamo subito insulti e offese anche a livello personale. Ma l'avevamo messo in conto. Mi interessa adesso il risultato.
E i cittadini?
La soddisfazione più importante è che anche coloro che inizialmente non avevano capito i contorni della vicenda, oggi hanno dimostrato come me la stessa soddisfazione. Questo è un passaggio anche culturale, di cambiamento. Credo che sia un esempio per la Sicilia e per l'Italia. Le battaglie si fanno anche per un cambiamento culturale, e c'è stata una vittoria.
Vanno abbattuti i finti opifici, che dovevano essere alberghi, costruiti da Licata. Chi li dovrà demolire?
L'abbattimento e il ripristino dei luoghi è totalmente a carico del condannato. Qualora dovesse esserci un rifiuto ad intervenire noi sapremo benissimo cosa fare. C'è qualcosa di cui non parla nessuno però.
Cosa?
I silenzi e le compiacenze di tutti questi anni.
In che senso?
Come la penso io e la mia squadra è noto a tutti, ci siamo espressi ed esposti costantemente nel corso degli anni. Come la pensano invece quei partiti a livello locale, e quelle agenzie che dovrebbero teoricamente rappresentare un interesse collettivo, non lo sa nessuno. Questi silenzi li trovo assordanti, oggi più che mai che c'è una sentenza.
Nessun rappresentante dei partiti ha fatto un comunicato stampa, un messaggio, un commento?
Le forze politiche non hanno mai fatto sentire la propria posizione. Nessuno. Io non mi aspetto attestazioni di solidarietà o vicinanza. Ma mi interessa dire da che parte si sta. Una ragione c'è forse. Ed è molto più profonda, non c'entrano gli steccati politici. La verità non è venuta ancora tutta fuori, questo perchè ci sono delle compiacenze anche esse colpevoli.
Parli chiaramente, sindaco.
Michele Licata non ha mai pagato un centesimo di tasse comunali per milioni e milioni di euro, è mai possibile che nessuno si sia mai accordo di questa cosa? Non solo il caseificio di Torrazza, ma anche l'intero Baglio Basile che è stato costruito abusivamente. Nessuno si è mai accordo di questo? Ci sono state delle richieste di concessione edilizia presentate il 6 di novembre e tutto è stato esitato il 7 di novembre. E' una cosa scandalosa. Ci sono richieste presentate con lo stesso numero di protocollo ma con progetti diversi. Hanno approvato delle cose che non si riesce a capire come mai nessuno abbia detto nulla.
Intorno ci sono state sempre delle complicità.
Quando sono diventato sindaco per la prima volta, ad un certo punto mi si portava il caffè e quando chiedevo quanto dovevo pagare mi dicevano che era offerto da Michele Licata. Io rifiutavo. Poi ho scoperto che Licata non pagava solo il caffè, ma le torte, i compleanni, i catering a domicilio. Poi ci sono i silenzi, e per me o diventano parola, delle posizioni, oppure sono delle complicità.
Quando si parla di questa vicenda, del Baglio Basile, di Torrazza, di Michele Licata, tra i commenti più frequenti ci sono quelli che dicono che Licata, in qualche modo, portava lavoro e che in Sicilia non si può fare nulla. Lo stesso avvocato di Licata ha detto che tutela il territorio, che dà lavoro, e che c'è quasi un disegno politico ad aggredire l'imputato.
Per me non si può dire che una persona che fa le cose senza rispettare la legge porta lavoro. Parliamo poi di una persona che ha subito vicende giudiziarie proprio per non aver rispettato la normativa sul lavoro. Avrei parecchio da dire, io non rispondo mai a questo tipo di commenti, io non rispondo mai a chi dice queste cose. Per me il lavoro è tale quando è fondato sulla legalità. Che lavoro è quando uno costruisce un impero, dà del lavoro in nero, e poi scompare tutto. Questo non è un eroe, è una persona che non segue le regole.