Giovanni De Santis, presidente del Luglio Musicale. Per la prima volta l’Ente Luglio Musicale chiude in attivo il suo bilancio e gli avanzano un po’ di soldi.
Non voglio usare toni trionfalistici. Il Luglio Musicale non ha soldi, ha i suoi conti in attivo ma questo non è certamente un punto di arrivo ma un punto di partenza che deve far capire che il Luglio Musicale è una risorsa, che non è corretto togliere soldi alla cultura perché serve a generare economia producendo, come ha fatto quest’anno Il Luglio Musicale, un indotto per il territorio. E’ importantissimo che si mantenga la correttezza gestionale, il sostegno dell’Ente locale per fare consolidare la posizione del Luglio Musicale quale attrattore di risorse che provengono da Roma, da Palermo e anche da Bruxelles visto che abbiamo un progetto in corso.
De Santis con quali artifizi di finanza creativa si riesce a risanare il bilancio?
Abolendo proprio la finanza creativa, restituendo al Luglio Musicale le dinamiche aziendali, abolendo giochini e giochetti dei residui attivi. Abbiamo adottato un sistema rigido di economicità fatto con le coproduzioni, abbiamo portato più volte portato in giudizio la Regione Sicilia e abbiamo vinto diverse cause al TAR e ottenuto i contributi che spettavano non al Luglio Musicale. Vi dico che la Sicilia investe in cultura per ogni cittadino palermitano 15 euro, per un catanese 11,50 euro, per Messina 6,40 euro mentre per Trapani soltanto 1,48 euro. Per questo abbiamo fatto valere i nostri diritti e pian piano stiamo risalendo la china.
De Santis qual è l’augurio che lei si fa a partire dall’11 giugno?
Io mi auguro che chiunque governerà la città capisca che con la cultura si mangia. La cultura è un volano di sviluppo formidabile. Abbiamo dimostrato che a fronte dei 430 mila euro che il Luglio prende dal Comune ne rigira al territorio 801 mila. Sono soldi che arrivano da fuori. Il cofinaziamento comunale è l’elemento propulsore che consente di fare leva e di fare arrivare soldi da Roma, Milano e Bruxelles. Soldi che se non avesse il Luglio Musicale non li potrebbe avere nessun altro perché noi abbiamo la qualifica di Teatro di tradizione che consente di attrarre questi investimenti.
De Santis state preparando qualcosa anche a Mozia, cosa bolle in pentola?
Sì ma non vi dico nulla. Non voglio vendere la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato. Stiamo lavorando per abolire queste inutili campanilismi culturali. Bisogna pensare alla provincia come un unicum.