Da oggi gli occhi saranno puntati per un po' di tempo su Trapani, la vittoria di Giacomo Tranchida è stato il test per una alleanza che ha messo insieme posizioni politiche diverse.
Il primo gradino è stato salito, tutti insieme hanno marciato verso la vittoria.
Il 71% è stato un risultato oltre le aspettative.
Diciannove i consiglieri di maggioranza, un asse in consiglio comunale che sarà tenuto sott'occhio.
L'esperimento potrebbe non durare per tutti i cinque anni, il primo esame sarà la votazione del presidente del consiglio. Se, invece, anche lì il test verrà superato e la compagine sarà compatta per fare grande Trapani allora si potrà dire che Tranchida è un outsider della politica.
Non ce ne vogliano i Comuni limitrofi ma un conto è amministrare Valderice ed Erice un conto è farlo con Trapani, città dalle mille sfaccettature e criticità, con l'amplificazione di ciò che accade nel resto della Sicilia occidentale.
La grande festa dura al massimo tre giorni, giusto il tempo della proclamazione, poi il carico di responsabilità è così forte che bisognerà dimostrare di sapere lavorare e di meritare la cotanta fiducia tributata.
Non c'è spazio a Trapani per il movimento Cinque Stelle, fallimentare la corsa a sindaco di Giuseppe Mazzonello, voluto in campo da Maurizio Santangelo.
Già nel 2017 con l'allora candidato Marcello Maltese i risultati non furono eclatanti, leggermente superiori con il 16, 75%. Due sconfitte che messe insieme scalfiscono la figura del senatore pentastellato Santangelo, a dimostrazione che l'elettore il 4 marzo, alle Politiche, ha votato il simbolo e Luigi Di Maio.
Insomma, il movimento è identificato con il suo leader nazionale, la classe politica locale fa acqua.
Il cammino amministrativo di Tranchida pare che non verrà ostacolato da nessuna forza di opposizione decisiva. Appena 5 i consiglieri eletti nelle altre liste.
Non c'è Forza Italia, una sola consigliera eletta, una campagna elettorale non incisiva, la lista prende solo 1842 voti.
Eppure a fare la campagna elettorale c'erano in campo il coordinatore provinciale Toni Scilla e il deputato marsalese Stefano Pellegrino.
Non porta a casa il risultato nemmeno Paolo Ruggirello, la candidatura di Nicola Sveglia, suo nipote, non ha prodotto l'elezione.
L'ex deputato questore del PD ha difficoltà a riscuotere consensi a Trapani, si è visto per le regionali di novembre e per le Politiche di marzo.
Gli elettori hanno consegnato a Tranchida le sorti della città, c'è voglia di riscatto e anche di speranza.
Il neo eletto sindaco è al lavoro. Ieri sera ha riunito informalmente la Giunta, i suoi tre assessori designati: Andreana Patti, Ninni Romano e Enzo Abbruscato.
Alle 21 è stata la volta dei consiglieri di maggioranza, si è fatto il punto della situazione, si procederà spediti.
Il programma c'è, la Giunta è da completare per cui ci sarà da capire chi verrà chiamato a far parte della squadra.
E' stata difficile questa competizione elettorale, troppi i candidati consiglieri schierati in campo.
Resta fuori da Palazzo Cavarretta Antonio Ricciardi con i suoi 412 voti ma la lista “Progresso e Rinascita” non ha raggiunto lo sbarramento del 5%.
Non riesce ad essere eletto Francesco Brillante nella lista dei Demos, segretario del circolo PD trapanese, non ce la fa nemmeno Nicola Lamia della lista “Amo Trapani”, niente elezione per Franco Briale che si è fermato a 254 voti e per Giorgio Cobertaldo e i suoi 192 voti, niente di fatto anche per Lella Pantaleo, appena 178 consensi.
Resta fuori dal consiglio comunale Giuseppe Mazzonello, candidato nella lista dei Cinque Stelle, i 229 voti non sono stati sufficienti, è stato superato dalle colleghe di lista Francesca Trapani e Chiara Cavallino.
Parafrasando il titolo di un libro si potrebbe dire che le stelle sono cadute tutte insieme.