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01/09/2018 00:00:00

Selinunte, a conclusione del Festival della Luce andrà in scena “Mattanze”

Domenica 2 settembre ore 19.00 a conclusione del Festival della Luce 2018 presso il Tempio di Dioniso a Selinunte, andrà in scena “Mattanze” di Mario Modestini.

Dell'opera, composta in 16 "Stanze", fanno parte 5 Canti (frammentati) della nostra
tradizione marinara, presi dal "Corpus di musiche popolari siciliane” trascritte da Alberto
Favara.
Sono temi senza una connotazione storica ben precisa, con tonalità tanto prevedibili quanto opinabili, mensuralmente aleatori, privi di inciso e di supporto armonico, solamente, sequenze-modali-cadenze sono di chiaro afflato mediterraneo.
"Elementi tematici astratti” (Carl Dahlhaus); ho pensato di esporle e svilupparle insieme alle altre composizioni, in modo che si integrassero in una struttura i cui contrasti non venissero risolti, bensì approfonditi nel loro processo formale.
Il linguaggio e il tono delle effusioni sono aderenti al gesto moderno, si potrebbe dire influenzato dalla poetica della psicoanalisi, dall'esistenzialismo (uomo-tonno) e dalla pulsione asimmetrica del nostro tempo (Mattambo).

Come nella "Parabola deII'Iceberg” dove ciò che appare reale (il tema nudo e crudo), è la  cima di ghiaccio che sovrasta la superficie del mare, il marinaio con la sua esile barca vi si aggira attorno affascinato, senza voler capire che la realtà vera è celata nel suo fondo.

La Mattanza. Quale migliore accostamento per coniugare l'amore con la morte?
L'amore nel suo dato istintuale (il dolce odore d'inguine, la morte come fatto sacrificale).
Morte ritualizzata e fonte di ricchezza: I tonni migrano nel tempo della riproduzione: è l'inizio della primavera, per gli uomini è tempo di bottini, per essi è tempo di morte.
“Il Melos della sequenza narrativa che trama “scalmi e leggende”, è pensato come arresto compositivo che con dolore cerca di assolvere crudeltà per bisogni e necessità d’ataviche usanze. A mare! Nella camera del disincanto dove l’infoiata innocenza ferale, inesorabilmente si piega alla feroce curva di un ingrato destino.”
M° Mario Modestini

“Mattanze” nasce dal quel forte rapporto che Mario Modestini ha sempre avuto con le leggende ed i misteri del mare e che già nel 1979 si era esplicato nella “Ballata del Sale” uno straordinario intreccio di musiche e racconti ispirato alle storie del mare ed alle mattanze e cucito addosso alla figura di RosaBalistreri. Ed è proprio alla indimenticabile cantastorie siciliana che Modestini dedica “Mattanze”, opera pensata come concerto in forma d’Oratorio.

Già rappresentato al teatro Politeama con l'Orchestra Sinfonica Siciliana, è stata ridotta in forma “cameristica” con un ensamble di cinque elementi (Egle Mazzamuto canto, Maurizio Maiorana canto, flauto e clarone, Tobia Vaccaro chitarra, Wanda Modestini violoncello, Romina Denaro contrabbasso) e, per l'occasione del Festival della Luce, ripensata con ripieno bandistico (Banda di Salemi diretta dal M° Rosario Rosa).