Quando ci siamo occupati dalla struttura sanitaria di Salemi, abbiamo sempre sostenuto che il destino dell’ospedale Vittorio Emanuele III sarebbe stato diverso da quello subito.
Sarebbe bastato esibire il salvacondotto di cui era in possesso. Aveva la firma autorevole di un presidente della Repubblica.
Un decreto presidenziale elevava il nosocomio salemitano al rango di Ospedale al servizio di una vasta area ad alta densità sismica e dissesto idrogeologico.
E in quanto tale, dotato di quasi tutti i reparti necessari per essere qualificato tale.
Nessuno dei potentati politici volle intestarsi una battaglia di questo tipo. Distratti da altri obiettivi al servizio di interessi di tipo privatistico? Forse. Ma forse anche per ignavia.
Una battaglia politica tesa a difendere lo status acquisito in seguito al sisma del ‘68, molto probabilmente l’ospedale sarebbe stato risparmiato dalla furiosa mannaia dei tagli della controriforma sanitaria, eufemisticamente definita “razionalizzazione”.
Ebbe inizio impietosamente la parabola discendente, con la perdita graduale del personale più qualificato e di interi reparti, fino alla cancellazione anche del Pronto Soccorso. I tentativi di negare l’evidenza, in alcuni momenti, rasentavano l’ilarità’.
Paradossalmente però, il fabbricato appariva un perenne cantiere in progress. Si susseguivano lavori di adeguamento alle norme CEE, di manutenzione, installazione di nuovi macchinari, di arredamento. Una struttura luccicante, ma vuota di contenuti.
Poi, alcuni segnali che segnarono una inversione di tendenza.
Come quando, si diede inizio alla piena funzionalità operativa dell’'Hospice Raggio di Sole, e come quando, ormai due anni fa, prese l’avvio il “Centro Bonino Pulejo “.
il “Centro Bonino Pulejo “ aveva le carte in regola per fare giudicare positivamente l’iniziativa e non solo perché fu allocato al quarto piano della struttura, le cui stanze, con un arredamento ancora incellofanato, erano rimaste per anni ignominiosamente vuote. Si trattava di un Centro neuro riabilitativo altamente qualificato.
Un spreco intollerabile a cui mise fine l’allora assessore alla Sanità Baldo Gucciardi. Disconoscerlo, sarebbe disonestà intellettuale non riconoscerlo.
Quella di Salemi sarebbe stata sede periferica costantemente collegata telematicamente con quella centrale di Messina,
Il giorno dell’inaugurazione lo stesso assessore definì l’iniziativa ”Un esempio virtuoso di collaborazione fra Istituzioni pubbliche che dimostra come la ricerca sia immediatamente applicabile all’assistenza, creando importanti ricadute per la salute dei cittadini”.
Si trattava, come disse Placido Bramanti, direttore scientifico del Bonino Pulejo, di un centro altamente specializzato per svolgere l'attività di neuro riabilitazione intensiva che aggiungeva alla tecnica tradizionale anche quella robotizzata.
Una struttura di "eccellenza ", quindi, un fiore all’occhiello non solo per Salemi ma per una vasta area geografica.
Il termine "eccellenza ", non usato a sproposito, lo si deve all’utilizzo di sistemi senza dubbio innovativi e con attrezzature da nomi dal sapore fantascientifico.
Come ad esempio l’ Armeo, che e’ un esoscheletro robotizzato. La macchina aiuta la rieducazione funzionale dell’arto superiore colpito da patologie del tipo Ictus, sclerosi multipla, paralisi cerebrale infantile, Recupero post-operatorio al sistema nervoso centrale lesioni al midollo spinale, Lesione cerebrale traumatica, Malattie muscolari, malattia di Parkinson, Atassia degli arti superiori.
Oppure il Lokomat, anch’esso un esoscheletro finalizzato alla riabilitazione robotica di adulti e bambini affetti da patologie del sistema nervoso. Usandolo, il paziente può monitorare su uno schermo i propri movimenti riprodotti in una realtà virtuale
Stessa cosa per il Pegaso. Attrezzature che hanno ridotto i tempi di recupero, migliorando le abilità residue. I benefici nel medio/lungo periodo non solo sui pazienti ma incideranno anche sui costi del sistema sanitario e di quello socio-assistenziale.
Ripetiamo. Una grande conquista per Salemi. Basti pensare Italia viene utilizzato in pochissimi altri ospedali in Italia, tra cui quello pediatrico del Bambino Gesù di Santa Marinella o all’Irccs Fondazione Maugeri di Pavia.
Grazie alla convenzione siglata tra l'Azienda sanitaria provinciale di Trapani diretta allora da Giovanni Bavetta e l'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico "Centro Neurolesi Bonino Pulejo" di Messina, diretto dall’Arch. Angelo Aliquò, e’ stato possibile aprire nella cittadina normanna una "sede satellite" dell'Irccs.
In questo periodo natalizio presso il Centro e’ stato realizzato un progetto chiamato “RiabArte” ideato dalla Dott.ssa Marzia Lo Scrudato, assistente sociale della Spoke di Salemi, autorizzato dalla dirigenza Medica del reparto e dalla Direzione Scientifica di Messina.
In base al quale i degenti vengono guidati verso la conoscenza e la consapevolezza delle proprie potenzialità, riequilibrando la percezione che ognuno ha di sé, mettendo in luce le diverse abilità.
L’arte come terapia, quindi. Un intervento di aiuto e di sostegno alla persona attraverso un percorso che la rende protagonista. Applicando un programma che prevede attività di laboratorio e di un timetable da seguire, sono stati coinvolti anche tutti i dipendenti per supportare i protagonisti indiscussi della scena che, sono, ripetiamo, solo i pazienti.
Ovviamente alla preparazione del progetto RiabArte i pazienti hanno partecipato ad un gruppo espressivo condotto da personale specializzato quali sono le dottoresse psicologhe Giuseppina Riotto e Elisabetta Maniscalco, insieme alla preziosa collaborazione della Dott.ssa assistente sociale Marzia Lo Scrudato Marzia e la logopedista Palmeri.
La calabrese psicologa Giuseppina Riotto ha tenuto a precisare che “durante il lavoro di gruppo i pazienti hanno dato voce alle loro emozioni affrontando tematiche che riguardavano l’amore, la famiglia e il natale. I temi scelti, non a caso, hanno permesso di far esprimere senza filtri i propri pensieri e di far riemergere delle capacità introspettive dando il giusto valore ai principi fondamentali dell’esistenza”. Mentre la dott.ssa Maniscalco ha sottolineato che “tanta è stata l’emozione dei partecipanti e la coesione del gruppo che ha consentito di comporre una poesia incastrando le loro emozioni come pezzi di un puzzle, avendo come sfondo il loro vissuto e stimolando la forza di vivere il presente guardando al futuro con stati d’animo ricchi di speranza”.
Il progetto ha previsto anche due spettacoli in cui si sono esibiti gratuitamente il cantautore Ignazio La Colla in arte “Mastrognà” nella serata del 12 dicembre il gruppo folkloristico “I Cubbaida” in quella del 18 dicembre.
Anche il poeta dialettale salemitano Salvatore Gandolfo ha letto alcune delle sue poesie.
Per il primo cittadino di Salemi Domenico Venuti, presente ad una delle due serate di intrattenimento tenute nei locali del centro, in cui si sono esibiti, per recitare poesie o cantare e suonare canzonette, pazienti o parenti di pazienti, “e’ stato emozionante condividere questo momento con i pazienti ed il personale che li assiste con tanta cura e professionalità. È un orgoglio ospitare nella nostra città una struttura di questo livello che offre un servizio all'avanguardia e in modo esclusivo sul territorio. Ho trovato davvero toccanti le lettere di chi ha raccontato la propria esperienza all'interno del reparto. Complimenti a tutti per i lavori realizzati ed esposti, trasmettono tenacia e tenerezza allo stesso tempo".
Fin dalla sua apertura, il reparto assorbì tutti i pazienti provenienti dalle Unità Operative Complesse (U.O.C. ) per acuti dei vari presidi ospedalieri della provincia e non solo, ma anche soggetti affetti da patologie neurodegenerative (M. Parkinson, Sclerosi Multipla, SLA, malattie genetiche rare) etc.
Il reparto si compone di 45 dipendenti, di cui solo quattro appena stabilizzati, tutti gli altri assunti con contratto a tempo determinato.
Purtroppo ad uno di questi, proprio ora in questo periodo di festività natalizie, non e’ stato rinnovato il contratto. Notizie che mai un cronista vorrebbe riportare, ma il dovere d’informazione ce lo impone.
In un mondo di perenni precari, invocare la stabilizzazione del personale e il recupero di questo sessantenne fisioterapista, reo di chissà quali misfatti, e’ il minimo che si possa auspicare.
Il vertice del Centro è costituito da tre medici. Il responsabile è il neurologo Antonino Chillura, coadiuvato dalla fisiatra Maria Francesca Pisano e dall’internista pneumologo Francesco Tartamella. La dirigenza è sostenuta dalla Dott.ssa Alessandra Adamo (Direttore dell’U.O.C. di Riabilitazione) e dal fisiatra Antonino Pugliesi entrambi dirigenti medici dell’Asp di Trapani.
L’equipe neuro riabilitativa è composta da 2 neuropsicologhe, 7 fisioterapisti, 2 terapisti occupazionali e 3 logopediste. L’area nursing è costituita da 14 O.S.S. e 13 infermieri.
L’ Onorevole Baldo Gucciardi, a cui abbiamo chiesto un commento, ha sottolineato che “la presenza dell’Istituto di ricerca e cura Bonino Pulejo, presso l’ospedale di Salemi, rappresenta la certezza di un servizio di eccellenza, la neuroriabilitazione, al servizio non soltanto dei Salemitani ma di numerosissimi cittadini di una fascia molto estesa della Sicilia occidentale. Non dico nulla di nuovo se ribadisco con forza che siamo in presenza di un servizio sanitario da difendere e tutelare senza tentennamenti, ed è esattamente ciò che continuerò a fare, a prescindere dai ruoli istituzionali che in un determinato momento possono ricoprirsi, con l’aiuto costante e meritorio di cittadini sensibili e di quella stampa attenta e seria che per fortuna continua ad essere presente sul nostro territorio.”
Fino al 7 gennaio 2019, i cittadini possono ammirare le realizzazioni artistiche dei pazienti ospiti del Centro, visitando al quarto piano la Galleria d’Arte allestita nel corridoio a grandi vetrate che collega i due corpi fabbrica della struttura ospedaliera.
Franco Ciro Lo Re