Dopo l’operazione “Scrigno” che ha portato a vari arresti in provincia di Trapani, tra cui l’ex deputato del Pd Paolo Ruggirello, è calato il silenzio su quelle che erano le riunioni a Marsala in vista delle elezioni amministrative del 2020.
Non solo l’arresto di Ruggirello ma anche l’indagine a carico di Stefano Pellegrino, deputato regionale in quota Forza Italia, per corruzione elettorale, sta portando a una nuova mappatura politica.
I politici sono in silenzio, lasciano che il tempo trascorra, che ci possa essere un momento migliore per poter tornare a sedersi a parlare di candidature e di alleanze.
Chi non demorde è Massimo Grillo che vorrebbe ricandidarsi a Primo Cittadino, e se lo scenario sarà quello del 2015 con due competiror come Grillo da una parte e Alberto Di Girolamo dall’altra il risultato è scontato: l’attuale sindaco tornerà al governo della città.
Ne sono certi quasi tutti i suoi assessori che ripetono, a chiunque li incontri, che Di Girolamo sarà sindaco. Effettivamente se così fosse gran parte della giunta verrebbe riconfermata, ed ecco che più che un progetto politico gli assessori vorrebbero che quella speranza divenisse la certezza di altri cinque anni.
Lavorano in tale direzione alcuni consiglieri comunali del Pd, pronti a scendere in campo, la coppia elettorale sarà quella di Federica Meo e di Calogero Ferreri, vicinissimi all’assessore Anna Maria Angileri. La Meo è attuale capogruppo del Pd, transitata politicamente dall’allora assessore alla Salute Baldo Gucciardi alla leadership di Paolo Ruggirello.
Oggi la capogruppo tace, non ha detto nulla in consiglio comunale, eppure le cronache politiche ricordano il passaggio dei tanti consiglieri comunali, sette per la precisione, che in aula si sono alzati per dichiarare la loro vicinanza allo stesso Ruggirello.
Era fine aprile del 2017, in consiglio comunale lo indicarono come il loro punto di riferimento politico, da Alex Coppola ad Alfonso Marrone e la stessa Federica Meo.
Oggi nessuno ricorda, fanno fatica, tengono lo sguardo basso, come se quella scelta politica fosse bollata di un marchio nero, ma la responsabilità penale è personale, almeno questo dovrebbero saperlo gli ospiti di Palazzo VII Aprile. E rinnegare colui che si è ritenuto, fino a poche settimane prima, il proprio leader è il gesto più vile che un compagno di partito possa fare.
Le cronache politiche ci hanno abituato a questo, così come non si dimenticano, seppure loro si dicano smemorati e lontani, dei colpi di consulenza che ci sono stati, a cominciare da Ilenia Amato, moglie del presidente Enzo Sturiano, e di Luana Alagna, consigliera comunale e commare dei coniugi Sturiano.
E, invece, nel primo consiglio comunale subito dopo l’operazione Scrigno il consigliere Calogero Ferreri, del Pd, si è messo a dire come siano quelli di destra che hanno inquinato il Pd, perché prima del loro arrivo non c’erano nei.
Errore di gioventù, o forse di non conoscenza della vera e attuale politica, sconosce, ad esempio, che Francesco Todaro, fedelissimo di Ruggirello, fu consulente all’ARS per Peppino Lupo e che lo stesso Lupo adesso deve rispondere di un danno erariale di 56 mila euro per incarichi concessi, e pagati con soldi pubblici, per consulenze illegittime.
In questa imbarazzante questione morale che torna indietro come un boomerang c’è la mancanza di una nuova classe dirigente che possa traghettare la città fuori dall’etichetta di Alberto Di Girolamo.
Le riunioni hanno subito una battuta d’arresto, niente tavoli di concertazione per preparare la Marsala del 2020, un vuoto grande e una città in attesa del vero vento del cambiamento, non uno scirocco afoso ma un grecale, secco ma fresco.
Rossana Titone