La ricostruzione del mio amico Giacomino (Tranchida) ieri al convegno di Marsala è sostanzialmente veritiera. Con qualche correzione. La Regione non ha abbandonato Trapani: furono messi oltre 20 milioni di euro a disposizione. Peraltro i rapporti Crocetta-Orlando erano pessimi e quindi nessuna volontà di favorire Palermo. L’Airgest ed gli enti locali titolari del contratto di comarketing, capofila la Camera di commercio, hanno gestito male il rapporto con Ryanair. I comuni in particolare spesso non hanno pagato o versato in ritardo le loro quote, rendendo più affidabile il rapporto con Gesap per gli irlandesi. Per anni inoltre la classe dirigente e gli stessi operatori turistici trapanesi hanno osteggiato la possibile fusione delle due società aeroportuali.
Errore grave. In nessuna parte del mondo esiste un aeroporto autonomo a 30 minuti da uno scalo internazionale. Qualcuno dovrebbe incominciare a dirlo. Allora la soluzione è quella che nella sanità ha consentito di non chiudere l’ospedale di Salemi: dare vita all’ospedale riunito di Trapani-Salemi. Da anni invece di spingere per l’accordo, coloro che noi abbiamo spinto per un’intesa Gesap-Airgest ci hanno demonizzati, come se la Gesap fremesse dalla voglia di inglobare un’Airgest condannata per sua natura ad essere piena di debiti.
Ma aldilà di queste vicende societarie, a Trapani in questi anni dobbiamo prendere atto non è cresciuta una cultura imprenditoriale nel settore turistico in condizione di creare un brand internazionalmente riconosciuto e apprezzato. Come invece hanno fatto altre località come Cefalù, che senza aeroporto e con un mare lontano parente del nostro, macinano presenze turistiche 12 mesi l’anno. Qui abbiamo sistemato la casa della nonna ed in nero abbiamo ospitato alla meno peggio chi veniva (e qualcuno è morto peraltro).
Nessuno sforzo per destagionalizzare e per consolidare presenze legate, come era facile percepire, a condizioni favorevoli momentanee. La presenza sparuta alla manifestazione odierna dimostra l’atteggiamento storico di una città priva di alcuna rappresentanza politica all’Ars, peraltro ripiegata su se stessa. Pronta a ritornare nella sua dimensione impiegatizia e piccolo borghese. Destinata ad utilizzare i voli rimasti per mandare i propri figli a cercare lauree e lavoro altrove.
Nino Oddo