Finisce con un ballottaggio a Castelvetrano, il 12 maggio alle urne se la vedranno Calogero Martire, centrista, contro Enzo Alfano del Movimento Cinque Stelle.
A Castelvetrano all’affluenza alle urne non è stata altissima, il 55,28% degli aventi diritto è andato a votare. L’elettore preferisce stare a casa quando la proposta politica non lo convince, continua la disaffezione nei confronti della politica, che a Castelvetrano ha stentato a presentarsi con volti nuovi non legati alla vecchia classe dirigente.
Non sarà una sorpresa se a strappare il governo della città, al turno di ballottaggio, sarà proprio Alfano che ha totalizzato 4.282 voti contro i 4.554 di Calogero Martire.
Si attesta terzo Pasquale Calamia, il candidato del Partito Democratico, voluto e spinto da Baldo Gucciardi.
Per Calamia sono arrivati tutti i notabili del partito, dal segretario nazionale a quello regionale, da tutta la deputazione regionale a Roberto Giachetti.
Nulla da fare, la vecchia politica non ha premiato Calamia, bocciati sono stati proprio i vecchi volti di questo Pd che non vince da nessuna parte se non si trasforma in un simbolo civico. Un partito che ha bisogno di questo escamotage per vincere non è un partito, l’elettorato prende il largo da una bandiera che non vota più. Continua, però, la classe dirigente a mostrare il fianco scoperto, a incassare la debacle.
Oggi, ad assumersi la responsabilità di questa sconfitta dovrebbero essere tutti quelli che, a vario titolo, sono arrivati il 24 aprile a Castelvetrano e in quel comitato elettorale hanno fatto il loro comizio. Bocciati.
Calamia prende 2.455 voti, la lista ha fatto il suo, nessun voto di opinione, che rifugge evidentemente chi si fa vedere sotto elezioni solamente. Il partito non c’è, fa capolino sotto campagna elettorale, scompare l’indomani.
Questa volta l’elettorato ha fatto trovare la porta chiusa. Hanno chiesto con forza che il simbolo del PD ci fosse a Castelvetrano, hanno messo l’ultima croce sui dem. Adesso in coro parleranno di vittoria, di buona affermazione e faranno l’analisi politica che inizierà il 30 aprile, oggi, e terminerà chissà quando, in stile e in linea con l’analisi della sconfitta per le nazionali.
Davide Brillo, candidato per Fratelli d’Italia, alla sua prima esperienza da candidato sindaco ha totalizzato l’8,29%. Una buona affermazione se si considerata che il partito di Giorgia Meloni si attesta al 5% della media nazionale. Riflettori puntati, adesso, sulla sfida decisiva del 12 maggio, un occhio attento alle eventuali alleanze che i candidati potranno stringere con chi è rimasto fuori.
DI MAIO. “Le elezioni amministrative in Sicilia hanno ancora una volta dimostrato la solidità del MoVimento 5 Stelle. Quando si gioca ad armi pari e anche gli altri corrono con una sola lista mostriamo tutta la nostra solidità!”
Sono le prime dichiarazioni del Ministro del Lavoro, Luigi di Maio, all’indomani delle consultazioni elettorali che hanno visto il M5S per la prima volta in competizione per le amministrative a Castelvetrano.
“La grande soddisfazione è essere arrivati al ballottaggio nell’unico capoluogo di provincia che va al voto: Caltanissetta – aggiunge il dicastero del Governo Italiano – Senza contare il ballottaggio nel Comune di Matteo Messina Denaro, Castelvetrano, a dimostrazione dei nostri anticorpi e della coerenza sempre mostrata sulla legalità e la lotta alla mafia.
Il cambiamento continua, non si ferma e anche a livello nazionale abbiamo ancora molte cose da fare. A partire dall’introduzione di un salario minimo per alzare gli stipendi degli italiani e dal taglio, invece, di altri stipendi: quelli dei parlamentari!”.
Rossana Titone