Sui social fanno tutti attività fisica in tuta da ginnastica e cercano di mantenere in forma il proprio fisico anche in quarantena, almeno così sembra vedendo uno dei social più famosi, instagram.
La realtà però non è proprio questa, e pochi stanno approfittato del tempo libero per occuparsi del proprio benessere fisico e mentale. Lo sottolinea un report della School of management del Politecnico di Milano con Villa Miralago, che ha svolto uno studio specifico sui lombardi, cittadini che in generale si distinguono per una buona tenuta psico-fisica, ma che mostrano in questi giorni una battuta d'arresto.
La quarantena da coronavirus sta peggiorando la qualità del sonno, 3 su 10 dichiarano di dormire peggio, tra di loro quasi 4 su 10 si sono aiutati con sostanze naturali, fitofarmaci, ansiolitici e antidepressivi. Solo il 3% di chi ha partecipato alla ricerca ha avuto esperienza diretta del Covid-19, ma la percentuale sale al 50% se si considera chi ha registrato casi di contagio tra parenti o conoscenti, un dato che certamente ha influito sull’insorgere di preoccupazioni. Inoltre, 4 su 10 hanno dichiarato che il clima in casa si è fatto stressante, per il 15% addirittura conflittuale. Risultato? Aumenta si mangiadi più placare l'ansia e la conseguenza è la tendenza a ingrassare.
I proclami su migliori abitudini e stili di vita integerrimi sono lasciati ai social. Spento il cellulare, la situazione è un'altra.
È vero che le intenzioni positive non mancano: si mangiano più prodotti freschi come carne, pesce, uova, latticini e frutta e verdura (57%), gli alimenti farinacei sono al terzo posto (19%), il comfort food, come i dolci, arriva al 9%. Questo perché abbondano i buoni propositi, con l'80% che dichiara di voler sfruttare il lockdown prendersi cura di sè, mangiando più frutta e verdura di stagione (20%) e bevendo molta acqua (18%). Poi c'è il risvolto della medaglia: exploit per bevande gassate e succhi, scelti da uno su cinque, solo il 9% ridurrebbe lo zucchero e il 5% alcol e superalcolici.
A testimonianza di questo andazzo, soltanto il 10% ha cercato informazioni sull’alimentazione consigliata per affrontare il contagio e la sedentarietà: il 54% non ha modificato il proprio apporto calorico, il 33% lo ha addirittura aumentato. I mangioni capitolano: il 27% lamenta di avere sentito più appetito, il 60% ammette di avere ceduto per gola-noia-nervosismo, dando la colpa alla “fame emozionale”. Ce la sentiamo di condannarli? Un rispondente su 3 dai 30 ai 64 anni ha preso peso, soprattutto tra coloro che temono una riduzione del proprio reddito. Ci si rifugia nel buon cibo, da bravi italiani, si inizia a cucinare per passatempo e per diletto: sei su dieci non hanno usato il tempo libero per fare sport (lo ha fatto solo il 23%), ma per stare ai fornelli. Viva la sincerità.