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19/10/2020 06:00:00

Omicidio Nicoletta. Riprende il processo, parla Margareta

18,00 - Ha assistito al processo, scuotendo più volte la testa in segno di disappunto. E quando Margareta ha detto “riposi in pace”, rivolgendosi a Nicoletta, il papà della ragazza uccisa a coltellate, Damiano Indelicato, insegnante di matematica, ha perso le staffe. “Disgraziata”, ha sbottato prima di sferrare un pugno sulla postazione dove era seduto.

Un fuori programma che ha indotto Daniela Troja, presidente della Corte d’Assise di Trapani, innanzi alla quale è imputata per omicidio la rumena Margareta Buffa, a sospendere l’udienza.

Poi la situazione è tornata alla normalità e la seduta è ripresa, con l’ammonimento, però, del presidente Troja: “In caso di ulteriori comportamenti che turbano la serenità del processo sono pronta ad allontanare dall’aula i responsabili e a interrompere di nuovo l’udienza”.

Nell’aula bunker del Palazzo di giustizia di Trapani erano presenti anche la mamma di Nicoletta Indelicato e il fratello. Oggi la Corte avrebbe dovuto sentire anche il papà dell’imputata che, però, è risultato assente per motivi di salute.

La prossima udienza è stata fissata per il 16 novembre.

 17,40 -  “Non sono né una prostituta, né una escort. Carmelo si prostituiva, andava con uomini e donne” ha detto oggi al processo per l'omicidio di Nicoletta Indelicato l'imputata Margareta Buffa nella sua lunga deposizione.

Buffa ha anche puntato il dito contro Janette, la compagna di Renato Isaia, ex datore di lavoro di Margareta Buffa.
“Nicoletta aveva bisogno di lavorare e lei le ha proposto di fare l’hostess, l’accompagnatrice ma in festini privati per fare soldi facili”.

Carmelo Bonetta inoltre “fceva video per estorcere denaro”. Infine, una rivelazione: “Bonetta – conclude Margareta Buffa - mi ha scritto una lettera di scuse, pentendosi di avermi accusata del delitto”. 

17,00 -  E' stato il giorno di Margareta Buffa, al processo per l'omicidio di Nicoletta Indelicato. La verità dell'imputata, però, è apparsa confusionaria, con qualche zona d'ombra.

Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Trapani, presieduta da Daniela Troja, Margareta Buffa, questa mattina, ha parlato per più di quattro ore per difendersi dall’accusa di aver ucciso Nicoletta Indelicato, assieme a Carmelo Bonetta, il maestro di balli caraibici già condannato, con il rito abbreviato, a trent’anni di carcere per il delitto.

Tra annaspamenti dell’imputata, versioni un po' incerti su fatti salienti e momenti di tensione che hanno indotto il presidente ad interrompere l’udienza per poi ammonire i presenti (“In caso di ulteriori comportamenti che turbano la serenità del processo sono pronta ad allontanare dall’aula i responsabili e a interrompere di nuovo la seduta”), Margareta Buffa ha ribadito ancora una volta la propria innocenza. “Non ho ucciso io Nicoletta. Io le volevo bene. Dopo mia madre, c’era lei. Il nostro legame era forte”.

Un legame che, però, doveva fare i conti con la presenza, costante, di Carmelo Bonetta. “Lui – dichiara Margareta – mi ha manovrata. Dovevo fare tutto quello che diceva lui. Mi minacciava, dicendomi che mi avrebbe fatto fare la fine di Nicoletta. Io ero terrorizzata. Temevo per la mia vita”.

Margareta Buffa era nella mani di Carmelo Bonetta? Il Pm non ci sta e legge all’imputata un messaggio che lei aveva inviato al maestro di ballo: “Mi hai rotto il c…o”, a cui hanno fatto seguito messaggi di Bonetta dai contenuti supplichevoli.

Ma è sulla sera del delitto – era il 16 marzo del 2019 – che la giovane va in difficoltà. “Bonetta era nascosto nel bagagliao della mia auto e attraverso colpi di tosse mi indicava il percorso che dovevo fare”. E Nicoletta? “Aveva capito che con noi c’era Bonetta. Le ho detto abbiamo un ospite e lei non ha fatto una piega perché a Nicoletta piacevano queste situazioni e quando Bonetta è saltato fuori dal bagagliaio lei non è rimasta sorpresa. Io, invece, ero terrorizzata. Quando ho fermato l’auto, Nicoletta è scesa perché doveva fare pipì”.
Ma perché Margareta aveva così paura del maestro di ballo? “Perché era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Era più aggressivo del solito. Ha iniziato a discutere con Nicoletta, mi ha spintonata facendomi cadere a terra. Ho sbattuto la testa ed ho perso i sensi. Il coltello non l’ho visto e nemmeno la bottiglia che conteneva liquido infiammabile. Quando ho ripreso conoscenza, sono scappata via. Credevo che Nicoletta fosse ferita. Io non l’ho accoltellata. Ho la coscienza pulita. Non l’ho uccisa e non sono complice”.
In merito alla frase da lei pronunciata in caserma mentre era assieme a Bonetta “il corpo deve sparire, da qui voglio uscire con la mia auto e la mia vita”, Margareta prova a spiegarne il significato. “Era una provocazione per scuotere Carmelo. Non volevo essere messa in mezzo a qualcosa che non avevo fatto”.
Perché allora non chiedere aiuto ai carabinieri? “Perché non mi fido di loro. In passato ho sporto denuncia per stalking e per aver subito furti e loro non hanno fatto niente”.
E le versioni contraddittorie fornite ai militari dell’Arma? “Erano l’unico modo per far capire loro che qualcosa non quadrava”.

07,00 -  Riprende oggi il processo per l’omicidio di Nicoletta Indelicato con un’udienza che si preannuncia dai contenuti forti. Sarà, infatti, sentita Margareta Buffa, imputata nel processo che si tiene in Corte d’Assise a Trapani.


Buffa è accusata dell’omicidio di Nicoletta, uccisa con 12 coltellate e poi data alle fiamme nelle campagne di Marsala la notte tra il 16 e il 17 Marzo 2019.
Per l'omicidio è stato già condannato Carmelo Bonetta
, reo confesso. Ha scelto il rito abbreviato, che gli ha permesso di ottenere uno sconto di pena dall’ergastolo e quindi essere condannato a 30 anni di carcere. A fine 2019 Bonetta venne interrogato dai giudici di Trapani che stanno processando Margareta Buffa. "Anche Margareta ha partecipato all'omicidio" e "assieme abbiamo dato fuoco al suo corpo", raccontò ai giudici, prima di crollare a causa di un malore per cui fu necessario il ricovero all'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani.


Oggi quindi riprende il processo a Trapani. Davanti la corte presieduta dalla giudice Daniela Troja, comparirà Margareta Buffa, difesa dall’avvocato Ornella Cialona, per rendere dichiarazioni che si preannunciano molto forti.

Due aborti. La perdita della mamma. L' adozione. Fattori che hanno segnato la vita di Margareta Buffa. Fattori che hanno anche influito sul carattere e sui comportamenti della ragazza dell'Est vista come un mostro dai soliti leoni da tastiera che l’hanno già condannata ancor prima della sentenza che dovrà essere emessa dalla Corte d'Assise presieduta da Daniela Troja, giudice equilibrato che nel processo si é sempre distinto per il suo garbo e la sua professionalità, gestendo con eleganza e fermezza situazioni difficili. Ma Margareta è davvero una assassina? Lei ha sempre urlato la propria innocenza, accusando Carmelo Bonetta, il maestro di balli caraibici condannato, con il rito abbreviato, a 30 anni di carcere.
Una intercettazione, però, sembrerebbe inchiodarla: “Il corpo non si deve trovare. Da qui voglio uscire con la mia macchina e con la mia vita”. Quello che avrebbe detto a Carmelo Bonetta, mentre i due – Margareta e il maestro di ballo - erano alla caserma dei carabinieri per essere interrogati.


La giovane rumena, a differenza di Carmelo Bonetta, ha scelto di essere giudicata con il rito ordinario e questa mattina, davanti alla Corte, racconterà la sua verità. Una udienza che si preannuncia calda.
La strada che ha percorso Margareta è pericolosa. Qualora venisse dimostrata la sua colpevolezza, rischierebbe, infatti, la pena dell’ergastolo. Perchè, quindi, la scelta del dibattimento? Incoscienza? Spregiudicatezza? O innocenza? Ed ancora, una ragazza che si macchia di un delitto così atroce, possibile che non senta la necessità di liberarsi da quel macigno che si porta sulle spalle, confessando? Ma Margareta dice di essere innocente e oggi, assistita dal suo avvocato Ornella Cialona, proverà a convincere i giudici.
In attesa della sentenza, una sola certezza per il momento: il processo ha duramente provato Margareta Buffa che ora sembra la brutta copia della “femme fatale” che appariva nelle foto del suo profilo Facebook.


Durante le ultime udienze sono stati ricostruiti i rapporti burrascosi tra Margareta e alcuni suoi parenti.
Testimonianze che avrebbero messo in luce il carattere “dispettoso e cattivo” di Margareta anche nei confronti dei parenti. Rapporti burrascosi incrinatisi ancora di più dopo la morte della madre adottiva di Margareta.
Ancora nell’ultima udienza è stato sentito il commercialista Giuseppe Renato Isaia, ex datore di lavoro di Margareta, che conosceva anche Nicoletta. Una testimonianza dalla quale sono emersi tanti “non ricordo”.
Un processo quello a carico di Margareta che quindi è già entrato nel vivo, e che sta svelando l’esistenza di una “Marsala opaca” come l’ha definita l’avvocato Giacomo Frazzitta, che assiste la famiglia Indelicato, intervistato da Tp24.

 

 

Una Marsala opaca che emergerebbe già dalle dichiarazioni di confessione, nel corso del processo con rito abbreviato, di Carmelo Bonetta. La sua confessione, quello che è emerso dalla sentenza, i giorni concitati e drammatici dopo la scomparsa di Nicoletta, l’abbiamo raccontata nei giorni scorsi su Tp24. Un omicidio, quello di Nicoletta, che ancora manca di un chiaro movente, e che nasconde tanti punti oscuri.