Nato a Salemi, 18 anni compiuti lo scorso febbraio, diplomando al Commerciale e al Conservatorio di Trapani in corno francese, il cantante pop rock indie Luciano Nizza torna al giudizio dei suoi fans con il suo secondo brano “Liberi”.
Il debutto nel mondo musicale di Luciano era avvenuto nel 2020 con il singolo “Incantesimo”, un pezzo la cui melodia ben si legava al tema amoroso del testo. Un inizio incoraggiante con un buon successo sulle varie piattaforme di streaming come Amazon Music, Spotify, YouTube Music.
Cosa significa il termine “indie” aggiunto a “pop rock”?
Con “indie” (ennesimo neologismo inglese entrato ormai nel linguaggio giovanile derivato dalla contrazione di independent , indipendente) si vuole caratterizzare un modo nuovo di produrre musica e di immetterla sul mercato.
Gli autori, non più soggetti alle grandi case discografiche, hanno la possibilità di proporsi al pubblico con etichette discografiche, appunto, indipendenti.
Un diverso approccio, rispetto alle modalità di produzione del passato, contrapposto a quelle utilizzate nella musica pop di massa prodotto e distribuito dalle grandi case discografiche.
Una sorta di “ fai-da- te” degli autori dell’ultima generazione, che segna una conquista di una certa autonomia che permette loro di fare tutto per conto proprio: dalla fase di registrazione fino alla pubblicazione e alla distribuzione del prodotto artistico, non escluso anche l’organizzazione di concerti propri.
Il singolo “LIBERI”, Luciano Nizza cominciò a progettarlo a settembre dello scorso anno.
Era autunno. In tanti a credettero che la tempesta della pandemia era ormai un racconto del passato. Specialmente i giovani si illusero di avere riconquistato finalmente la libertà. Liberi dal covid-19. Il virus sconfitto.
Un tragico errore. Cocente la loro delusione.
La mancanza del rispetto delle regole durante la bella estate da parte di molti sprovveduti fece tornare indietro le lancette della speranza.
Costretti tutti, e non solo loro, a ricominciare con le restrizioni nella vita quotidiana, così come anche nella scuola e nei posti di lavoro.
La pandemia che sembrava essere stata sconfitta, tornava a dettare legge. Da qui la decisione di Luciano Nizza di sospendere il progetto. Una pausa s’imponeva. Giusto per seguire l’evoluzione della situazione. Le idee non erano più chiare. Regnava il pessimismo e la confusione. L’ispirazione s’inaridì.
Occorreva una profonda riflessione e una maggiore consapevolezza.
La libertà va conquistata giorno dopo giorno. Nessuno te la regala. Questa la conclusione a cui arrivò Luciano.
La Libertà è un bene invisibile che bisogna prima guadagnarsela e poi difenderla da ogni genere di attacco. Anche dalle subdole lusinghe di qualche improvvisato capopopolo.
“Liberi di divertirci , di amare , liberi di gridare che in fondo non va, c’è da migliorare, liberi di scegliere da che parte stare, liberi anche e soprattutto liberi di sognare”, così nel ritornello del brano ripetuto ossessivamente..
Un grido di battaglia, quasi. La vena dell’ispirazione riaffiorò prorompente, anche se con un tocco di pessimismo nel finale: “Liberi mai”, ripetuto all’infinito.
Una affermazione che, pronunciata da un giovanissimo, colpisce nel profondo, quasi a volere profetizzare che quando si parlerà di loro saranno ricordati come “la generazione del Covid-19”senza speranza”
Come non pensare alla generazione del dopoguerra degli anni ’50 del secolo scorso, marchiata con l’espressione “gioventù bruciata”?
E’ lo stesso autore Luciano Nizza a precisarlo quando dice: “Io spero che questo brano venga capito dagli ascoltatori, ogni parola è pesata ed ha un forte significato per me. La musica molte volte può fungere da ribellione, e questa ne è la dimostrazione. Condividetela ovunque, affinché questo messaggio arrivi a tutte le persone che ancora oggi come noi, cercano la libertà in ogni singola azione quotidiana.”
Il brano “Liberi” lo potete ascoltare anche su https://open.spotify.com/album/6GTnXbnhcXBxr5wR1nnBlf?highlight=spotify:track:1Z8frzXPb8s5NRZmdEvvLd
Franco Ciro Lo Re