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15/05/2021 06:00:00

Marsala Città Perduta / 12: il "nuovo" mattatoio comunale

 C'è qualcosa che accomuna le città siciliane: sono le grandi opere pubbliche, iniziate, terminate, mai utilizzate, dunque abbandonate. Un'idea di degrado molto peculare, quasi un vero e proprio stile. Perchè non è il "vecchio" che cade, è il "nuovo" che diventa cadente.

Pensateci, che paradosso: costruiamo edifici nuovi, paghiamo architetti e progettisti, manodopera e impiantisti, per poi abbandonarli. E' come se inaugurassimo macerie, o come se volessimo lasciare reperti archeologici di noi, già preconfezionati, ai posteri. Marsala non si sottrae a questa tendenza. Anzi, la città è pinea di luoghi così: opere pubbliche moderne, nuove, finite, e abbandonate. Che diventano dunque monumenti allo spreco e all'inefficenza, e che rappresentano una doppia beffa per le casse pubbliche: è costato tantissimo realizzarle, e costa tantissimo non utilizzarle e mantenerle. Il viaggio di Tp24 nell'inchiesta a puntate "Marsala città perduta" è cominciato da un luogo simbolo, il cimitero "nuovo" di Contrada Cutusio. E ora, come un passaggio di testimone, arriva ad un altro luogo simbolico, il "nuovo" mattatoio comunale di Via Favara. 

Il vecchio macello era in centro, vicino la Salinella. Fu inaugurato nel 1900. Abbandonato, fu poi recuperato per diventare la sede della scuola d'infanzia comunale, il Giardino d'Infanzia "Baccelli". 

Il nuovo mattatoio sorge in Contrada San Silvestro - Via Favara, ha una superfice di 25mila metri quadrati, con 2000 metri quadri di magazzini. Fa parte dell'elenco dei beni che il Comune cerca invano di dismettere. Valore: 2,3 milioni di euro. Trattabili. 

Negli anni, per cercare di dare un senso a questa opera pubblica abbandonata, si sono cercate le soluzioni più diverse. L'ex Sindaco Renzo Carini cercò, ad esempio, di concederlo ad un consorzio di cantine come area di stoccaggio e magazzino. Più recente l'altra idea di utilizzarlo, sempre come deposito, per una sorta di "Amazon del vino" - come venne presentata - che doveva costituire un marketplace delle cantine siciliane on line. Progetto faraonico, presentato al Vinitaly, e poi, tanto per cambiare, abortito.