Oggi, domenica 16 maggio, alle ore 10:30, un gruppo di cittadini e cittadine manifesterà al Parco delle Partigiane (Lungomare Boeo) la propria solidarietà alla Palestina, chiedendo la cessazione del fuoco in Medio Oriente.
Il 6 maggio scorso, a Gerusalemme, la Corte Suprema ha stabilito che quattro famiglie palestinesi che vivono nel quartiere di Sheikh Jarrah saranno espropriate delle loro case per via di una causa risalente all’800, queste ultime appartenevano ad un’organizzazione ebraica. La Corte non ha ancora deciso se accogliere o meno il ricorso contro l’esproprio, ma da quando è arrivata la sentenza sono iniziate le rivolte nel quartiere di Gerusalemme Est, che hanno causato più di 122 morti, di cui 33 bambini. Oggi, stiamo assistendo ad una disumana escalation di violenze tra Gaza e Tel Aviv.
Anche i cittadini e le cittadine marsalesi, seguendo l’iniziativa di diverse città italiane, chiederanno la cessazione del fuoco in questo lembo di terra spesso dimenticato dalla comunità internazionale.
Il marsalese Antonio Sala, che vive e lavora in Giordania, scrive: "Vi prego di non cadere nell’errore di usare parole come conflitto o guerra.
Vi chiedo, con consapevolezza dei fatti, di non farvi influenzare dai titoli dei quotidiani in cui quasi sempre la parola “attacco” é seguita da “palestinese”
La pura semplice realtà priva di qualsiasi distorsione politica, evidenzia che non si tratta di guerra, ma bensì di repressione e resistenza, di perpetrata occupazione in continua espansione e disperata lotta per mantenere la propria casa, di privazione di diritti umani e battaglia per l’esistenza della propria identità.
Nonostante la continua censura da parte dei social media avete la possibilità di trovare diversi video in cui senza nessun commento di parte è chiaro ciò che sta accadendo. Il vicino di casa che ammette che sta rubando la casa del dirimpettaio, giustificandosi che se non lo fa lui qualcun’altro lo farà. L’esercito armato che entra nel luogo sacro durante la preghiera nel mese santo usando una violenza spropositata. Sono solo due esempi del chiaro progetto di occupazione e espansione che va avanti senza arrestarsi dal 1948.
So che la stragrande maggioranza parlando degli orrori di ciò che sta accadendo è mosso da un genuino sforzo in nome del desiderio di pace, ma a volte uno sforzo sincero può esse genuinamente sbagliato.
Dire “spero che polizia e afroamericani trovino una soluzione affinché non ci siano più vittime e disordini” o se fossimo negli anni 80/90 “spero che in Sud Africa, Afrikaner e sud africani risolvano i loro problemi affinché non ci siano più vittime da entrambi le parti” sarebbe sincero, ma totalmente sbagliato.
Tutte le vite si equivalgono, ma la dinamica di potere e controllo non può essere ignorata , non possiamo considerare le due parti equivalenti.
Quindi, ancora una volta, vi chiedo prima di commentare di sforzarvi nel vedere chiaramente chi ha iniziato ad attaccare; chi ha il totale controllo militare e politico; chi non può muoversi liberamente nel proprio stato senza essere continuamente controllato nei mille check point; chi nel bel mezzo della notte senza nessun motivo si trova militari in casa solamente per fare un controllo; chi si vede sbattuto fuori di casa affinché il suo vicino possa rubargliela; chi è profugo senza cittadinanza nel suo territorio natio; chi, per concludere, sotto bombardamento non ha rifugi e come unica alternativa decide di riunire la famiglia in un solo letto in modo da morire o sopravvivere tutti insieme.
Ultima nota per coloro che amano usare la religione come giustificazione o causa: Israele non è sinonimo di giudaismo tanto quanto Islam non lo è di terrorismo o cristianesimo di pedofilia".