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11/07/2021 15:00:00

Sanità in Sicilia, con il Recovery Plan 106 case e 99 ospedali di comunità 

 Con i soldi del Recovery Plan la sanità siciliana dovrebbe poter puntare ai piccoli ospedali nei piccoli centri. Sono 106 le case e 99 gli ospedali di comunità. Sono questi gli obiettivi per la sanità pubblica dell'Isola che dovrebbe ricevere tra i 250 e i 300 milioni di euro dei fondi. 

A Roma c'è già una tabella di marcia. A settembre si comincia con la ricerca dei siti di realizzazione, a dicembre deve esserci una mappa e a marzo del prossimo anno ci sarà la firma del contratto per la destinazione dei fondi da parte del governo Draghi. Il piano del Governo prevede per la Sicilia 99 ma nella pratica i fondi dovrebbeo bastare per 31 strutture per 620 posti letto da realizzare entro il 2026. 

La struttura avrà queste caratteristiche. Si troverà ad offrire servizi sanitari in un bacino di utenza di 50mila abitanti, avrà un costro di 2,6 milioni e dovrà avere 20 posti letto in camere da due pazienti con bagno. Insomma, più che un vero ospedale sarà un step superiore ad un pronto soccorso che accorperà piccoli paesi o cittadine medie.  Vi si potranno effettuare interventi non com-
plessi o a bassa intensità e ricoveri. Ci sarà anche uno spazio per la riabilitazione. 

Per quanto rigiarda i progetti Roma dice che si preferirà la ristrutturazione o la rifunzionalizzazione di strutture già esistenti, come ambulatori territoriali obsoleti o reparti da riconvertire. Qualora questi non fossero disponibili si può costruire un ospedale di comunità da zero».

Nel piano sono previste come dicevamo anche le "case di comunità". Sarebbero qualcosa di più delle guardie mediche. Strutture da 800 metri quadrati in edifici già esistenti, con punto prelievo, spazi per l’attività diagnostica (radiologia, elettrocardiografia, spirometria, ultrasuoni), sale d’accoglienza e d’aspetto. In totale sono 106 previste nel piano con una spesa per ognuna di un milione e mezzo ciascuna. 

Infine il piano per il rilancio della sanità post Covid prevede una centrale operativa di controllo per ogni 100 mila abitanti. Sarà struttura che mette in rete e controlla i presidi del territorio, dagli ospedali al 118, dai medici di famiglia alle case di comunità. Il costo previsto per ogni centrale sarà di 170 mila euro e ne sono previste 50.