Totò Cuffaro, la Dc prende forma e soprattutto ha animato il dibattito regionale politico. C’ è voglia di tornare alla vita di partito? Fatta di dialogo, confronto, scontro e soprattutto anche di regole e forme.
La DC prende forma e soprattutto si sta riprendendo la sua gente, c’è molta voglia di Democrazia Cristiana, giovani e meno giovani ma tutta gente nuova. Torna in un contenitore centrista, laico e cattolico insieme, riformista ma soprattutto in un partito di valori dove la scelta è una scelta di ideali. La gente non vota più per una idea o per partiti ideologizzati ma per partiti che rappresentano tutto tranne le scelte ideali. Noi vogliamo riprendere il filo di una storia antica e tesserlo in chiave moderna, una Dc di gente nuova alla politica che creda nei valori e che li difenda, che voglia incontrare le persone e portare rigore morale in uno spazio politico dove i valori non ci sono più.
Nessun volto noto della politica, tanti giovani, ognuno parte ad armi pari. Dove siete diretti?
Lo statuto della Dc prevede che ci siano regole e che ci siano forme, siamo un partito libero, aperto, democratico e non sovranità, popolare e non populista. La DC è un partito che nel suo statuto scrive le regole e le forme di comportamento, stiamo facendo tanti iscritti anche online e queste persone faranno i congressi, eleggeranno i loro rappresentanti e si apriranno le sezioni, diventano punto di riferimento per come lo è stato in passato la DC. Non c’è nessun parlamentare uscente perché avrebbero precluso a tanti giovani di fare la battaglia ad armi pari, faremo le nostre liste con passione e coraggio, questa scelta sta animando tanti dirigenti nuovi della DC, porteremo dentro le istituzioni una DC nuova e moderna.
Le competizioni elettorali sono alle porte, le amministrative di Palermo e poi le regionali. Come vede questa operazione di Grande Centro?
Noi siamo moderati e centristi ma voglio precisare che la Democrazia Cristiana alle regionali si candiderà da sola, con il proprio simbolo, non metteremo candidati in altri contenitori. Guardiamo con attenzione alla costruzione di una grande area di centro ma presenteremo le nostre liste in autonomia, sia a Palermo che alle elezioni regionali.
Sul governo Musumeci il giudizio non è positivissimo, il presidente potrebbe non essere candidato o almeno non sostenuto da questa coalizione. Le sue analisi politiche non hanno mai sbagliato un colpo, che chance ha il centrodestra di presentarsi unito e con un nome diverso da Musumeci?
Pensiamo che la Sicilia sia matura per avere una donna candidata presidente della Regione, che porti l’esperienza maturata nel lavoro e nella società coniugandolo al tratto di una umanità che spesso manca in politica. Credo che le donne, sulle quali noi vogliamo puntare, e una in particolare su cui noi vorremmo puntare, porterà una umanizzazione della politica forte. Noi ci auguriamo che nei prossimi mesi, quando faremo il nome, gli altri partiti e movimenti di centro siano disponibili ad appoggiare questa figura. Il Presidente Musumeci ha tutto il diritto di volersi ricandidare ma noi proporremo una candidatura moderata e sarà una donna.
La pandemia ha messo a dura prova sia la politica, o meglio la classe dirigente che la rappresenta, troppo spesso inadeguata, e il sistema sanità siciliano. Da dove si parte per mettere ordine? La Sicilia affonda tra mille criticità, le mai riforme e con i politici di sempre.
Il problema della pandemia lo è stato per tutti, l’impegno del governo regionale c’è stato non lo si può negare, molto poi dipende anche dai cittadini che devono vaccinarsi e mantenere tutti i comportamenti di cautela alla lotta al Covid. E’ chiaro che tutti i siciliani se scegliessero di vaccinarsi i risultati oggi sarebbero diversi. Noi dobbiamo immaginare che questa è una terra difficile e proprio per questo va amata e servita, ognuno di noi faccia questo supplemento di amore nei confronti della nostra Sicilia, insieme contribuiamo a far crescere la nostra terra.