Dopo il sì del governo Draghi e il finanziamento da un milione di euro per due campi attrezzati per l’accoglienza dei migranti stagionali durante la raccolta delle olive, abbiamo posto delle domande al sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano.
Le risposte delle istituzioni arrivano sempre dopo? C’è voluto il morto per pensare ad un cambiamento?
No. Il cambiamento era stato pensato già molto tempo prima. Nei giorni scorsi, ero stato con la Protezione Civile a far vedere il terreno oggetto del progetto approvato dal ministero dell’Interno un paio di giorni fa. Si trova nel cuore degli uliveti interessati alla raccolta delle olive e lì sorgerà un villaggio appositamente predisposto per l’ospitalità dei migranti stagionali.
Quando è stato fatto questo progetto?
Era già pronto nel 2020. Ha un nome, Progetto Supremo, per un costo totale di 750 mila euro. Ed era completo di tutti i visti necessari. Si aspettava soltanto la risposta del ministero dell’Interno. C’è un pozzo per l’acqua e l’energia elettrica (sarebbe bastato attaccare un contatore). Ma dal ministero non è mai arrivato alcun riscontro. Poi, visto che nell’ambito del PON Legalità i finanziamenti arrivavano ad un massimo di 500 mila euro, lo abbiamo rimodulato e rinviato al ministero ai primi di luglio 2021. Ma niente, nessuna risposta. Adesso, dopo quello che è successo, finalmente è arrivato il sì.
Beh, anche se avessero risposto a luglio, non ci sarebbero stati comunque i tempi
Certamente. Però sarebbe stato un segnale positivo, perché avremmo potuto già in quel momento assicurare ai ragazzi che il prossimo anno le cose sarebbero cambiate, che nel frattempo si era comunque lavorato per risolvere il problema, seppur con l’inevitabile lentezza della burocrazia. Avremmo sicuramente migliorato il dialogo, spazzando via il pregiudizio secondo il quale i sindaci si disinteressano. Non è vero, facciamo quello che possiamo, ma da soli non siamo nelle possibilità di fornire soluzioni immediate. In ogni caso, sono consapevole che anche per quest’anno non siamo arrivati pronti all’appuntamento. E questo mi dispiace molto.
Inoltre il Prefetto, sin dal suo insediamento avvenuto lo scorso giugno, si è subito occupata dell’argomento: al tavolo della prefettura quest’anno erano stati individuati due luoghi di ospitalità: uno, presso Fontane d’Oro, dove la CRI avrebbe impiantato le tende per ospitare 200/250 persone, l’altro presso l’ex Mocar con le unità abitative che a giorni arriveranno. L’incendio all’ex cementificio ha stravolto i piani concreti della prefettura.
Anche la Regione Siciliana avrebbe potuto fare di più?
L’assessorato alla Famiglia ha uno speciale Ufficio Immigrazione, che forse avrebbe potuto coordinare i comuni interessati ed assisterli affinché potessero offrire le migliori condizioni. Invece l’approccio usato è stato quello che dovevano essere i comuni a chiedere.
Ebbene, i comuni hanno chiesto. Abbiamo un pacco così di richieste inviate a tutte le istituzioni preposte, sia regionali che nazionali.
A proposito di soluzioni immediate, cosa succederà adesso?
Spero che l’arrivo dei moduli abitativi presso l’ex Mocar potrà comportare l’accoglienza di tanti migranti, sottraendoli a situazioni di pericolo.
Non dimentichiamo che la ricostituzione dell’accampamento presso l’ex cementificio comporta diversi rischi, oltre al problema ancora più accentuato delle condizioni igienico sanitarie.
Egidio Morici