Non si rassegnava alla fine del rapporto sentimentale e per due anni avrebbe tormentato l’ex fidanzata. Le avrebbe reso la vita un “calvario” ha detto il legale di parte civile, l’avvocato Marco Campagna. Inevitabile l’accusa di stalking e relativo processo, adesso approdato alla condanna, in primo grado, a tre anni e mezzo di carcere.
Ad emettere la sentenza è stato il giudice monocratico di Marsala Fabrizio Guercio. Ad essere condannato è stato Riccardo Sansone, 31 anni, originario di Menfi, ma residente a Castelvetrano. Secondo l’accusa, a partire dal novembre 2017, avrebbe, infatti, iniziato ad appostarsi, sia di giorno che di notte, davanti alla casa della vittima e quella della madre. Costringendo la vittima ad aprire la porta, se no andava in escandescenza con urla, e picchiandola. Facendosi trovare in tutti i luoghi da lei frequentati. Al parco giochi dove portava i bambini. All’uscita della scuola dei figli. E poi scritte con vernice sotto casa e ingiurie. Pedinamenti lungo la via dove la strattonava e minacciava. Comportamenti ossessivi petulanti, fastidiose invasive nella sfera privata della donna. Telefonate a qualunque ora, sms, regali non desiderati. Reiterate condotte moleste, avvicinamento alla persona, insistenze per vederla. Minacce e violenza anche nei confronti di chi gli era vicino, come l’ex compagno e suoi amici per gelosia e per far allontanare tutti dalla vittima. Atti di violenza come la porta di casa forzata, la cassetta della posta scardinata, danni all’auto e al ciclomotore.
L’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Accardo, è stato, inoltre, condannato anche al risarcimento danni che sarà quantificato dal giudice civile. Nel frattempo, dovrà pagare mille euro di provvisionale e spese legali. Per un teste “reticente”, infine, trasmissione degli atti in Procura.
“La condanna – commenta l’avvocato Marco Campgna - conferma la solidità e univocità del quadro probatorio risultato dalla lunga e minuziosa istruttoria dibattimentale, dalle dichiarazioni della persona offesa dotate di plurimi riscontri, che bene hanno delineato sia le condotte moleste sia gli effetti prodotti sulla stessa che ha avuto la vista stravolta. Nonché dalle altre fonti di prova testimoniali e documentali”.