Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
27/01/2022 06:00:00

"Io c'ero al Pronto Soccorso di Trapani: ecco quello che ho visto"

 “Non è un pronto soccorso. E' la terra di nessuno. Caos e disorganizzazione. Un solo medico in servizio e pochi infermieri, quattro in tutto. Roba da terzo mondo”.

Ciccio Culcasi non ha peli sulla lingua. Denuncia una situazione di cui lui è stato testimone, mettendoci la faccia “perchè questa non è sanità e ciò che è successo a me può accadere a chiunque”.

Domenica ha accompagnato nell'area di emergenza del Sant'Antonio Abate, la madre che era stata colta da malore mentre era in chiesa.

E mentre mamma e figlio erano in attesa, è arrivato un paziente di 79 anni, accompagnato dai figli.
Di lui ce ne siamo occupati nei giorni scorsi in seguito alla denuncia dei familiari alla redazione di Tp24 sulla, così ci hanno detto,  “mancanza di professionalità, ma soprattutto di umanità del personale in servizio”.

Ieri, l'Asp con una nota ha smentito tutto, sostenendo che il paziente “è stato assistito in maniera adeguata”. “E noi che motivo avremmo avuto per dire il falso?”, si domandano, indispettiti, i familiari del 79enne.

“Quell'uomo – racconta adesso a Tp24Ciccio Culcasi – lamentava dolore al petto. Tutte le persone che erano al pronto soccorso avevano capito che le sue condizioni erano gravi. Invece, di entrare subito anche lui ha dovuto attendere. Addirittura io e mia madre, intuendo che stava molto male, lo abbiamo fatto passare prima di noi perchè al pronto soccorso nessuno stabilisce le priorità. I pazienti attendono ammassate fuori con il rischio di contagiarsi. E quando si apre la porta si entra in base a chi è arrivato prima. Domenica c'erano una sessantina di persone, tra pazienti familiari, operatori sanitari, lasciati allo sbando. In un pronto soccorso che serve un bacino di utenza che abbraccia Trapani e Marsala, c'era soltanto un medico in servizio e pochi infermieri – aggiunge Culcasi - che non hanno nessuna colpa perchè le responsabilità di una gestione scellerata di un'area così nevralgica è dei dirigenti”.

“Sono pronto a metterci la faccia – conclude – con la certezza che nessuno mi potrà smentire perchè io sono stato testimone di un fatto reale”.