Proseguono con perquisizioni e altri accertamenti le indagini dei carabinieri di Pantelleria per fare luce sulla natura e l’origine degli incendi che hanno ridotto in cenere diversi ettari di vegetazione.
Due i punti di innesco, lontani 400 metri l'uno dall'altro, ma non è chiaro se il fuoco è divampato in maniera accidentale oppure qualcuno lo ha appiccato volontariamente.
Nell’ambito di queste indagini ha rischiato grosso un pantesco di 43 anni (G.S.) residente nella zona di Gadir. Nella sua auto, parcheggiata davanti l’abitazione, infatti, i militari hanno trovato un bidone di cinque litri solitamente utilizzato per trasportare carburante.
L’uomo, difeso dall’avvocato marsalese Francesco Vinci, ha rintuzzato il sospetto che possa essere un piromane affermando che il bidone è della sua compagna che lavora lontano dai distributori di carburante e per questo lui, di tanto in tanto, le compra la benzina e gliela porta con quel bidone. Interrogata, la donna ha confermato. Per questo, la posizione di G.S. è stata stralciata.
L’indagine è coordinata dal pm Paolo Bianchi, della Procura di Marsala, che nel frattempo ha disposto l’acquisizione dei rilievi fotogrammetrici e di tutte le ordinanze comunali sulla prevenzione e sulla gestione dei roghi.
I rilievi fotogrammetrici saranno utili a capire dalle bruciature sul terreno da dove è partito l'incendio e da come può essersi propagato in considerazione del forte vento di scirocco che soffia da ieri sull'isola. Mentre le ordinanze sindacali chiariranno se sono state prese tutte le misure necessarie a prevenire e gestire eventuali roghi in una zona che in estate per le alte temperature è spesso colpita da incendi devastanti.
"Un incendio colposo, causato dall'incuria umana non sarebbe da considerare meno grave di uno doloso", commenta il procuratore di Marsala, Roberto Piscitello.