Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/04/2023 06:00:00

Concessioni Balneari: l'Europa chiede all'Italia di regolarizzarsi, ma il governo non decide

Da un lato l'Unione Europea che chiede all'Italia di mettersi in regola con la direttiva Bolkestein, che dal 2006 obbliga gli Stati membri a liberalizzare le spiagge demaniali aprendole alla concorrenza di mercato, dall'altro il governo italiano che ha cercato e sta cercando di prolungare le attuali concessioni demaniali ai balneari ma la proroga al 2024 dello status quo è già stata bocciata dal Consiglio di Stato e Bruxelles è pronta a inviare, già nelle prossime quarantotto ore, un parere motivato con la richiesta all’Italia di adeguarsi entro due mesi alle regole imposte dalla direttiva. 

In Italia la norma non è mai stata attuata e le concessioni demaniali marittime sono state prorogate fino ad oggi.

Attesa per la sentenza - E' attesa giovedì la sentenza della Corte di Giustizia Europea interpellata dal TAR di Lecce sull'applicazione della direttiva Bolkstein sulle concessioni delle spiagge. Secondo le previsioni la sentenza confermerà la giurisprudenza in materia e si accelererà nell'attuazione della riforma. L'ultimo intervento con il decreto "Mille Proroghe", prolungava le attuali concessioni fino al 31 dicembre 2024, lo stesso presidente Mattarella era intervenuto a febbraio, chiedendo al governo di intervenire e a Marzo è arrivata la bocciatura del Consiglio di Stato. 

Il governo Meloni è a un bivio: cercare un compromesso con Bruxelles tra la direttiva Bolkstein e la tutela dei Balneari, oppure proseguire il braccio di ferro per dimostrare che si tratta di concessioni di beni e non di servizi e quindi non sottoporre alla direttiva.

Le posizioni difficilmente conciliabili. La Commissione Ue ritiene che tutte le concessioni debbano andare a gara, rompendo un regime di sostanziale monopolio da parte di chi ha già in mano gli spazi sulle spiagge, che sono patrimonio del Demanio. Il governo, spinto dalle istanze delle forze della maggioranza, Lega in testa, sostiene invece che vada difesa la posizione di tante piccole imprese familiari italiane. In mezzo, insieme al principio basilare della concorrenza, ci sono anche i rapporti complessivi tra Roma e Bruxelles. Con la revisione dei target del Pnrr in ballo, con la discussione sulle nuove regole di bilancio tutta da fare, con la mancata ratifica della riforma del Mes, le concessioni balneari sono un terreno particolarmente accidentato in questa fase.

Il ministro Salvini - "Noi vogliamo garantire ai balneari che vogliono continuare a lavorare in uno stabilimento balneare che gestiscono da tanti anni il fatto che possano continuare a farlo", ripete il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. "Se qualcuno è stanco e non se la sente più - ha aggiunto il leader della Lega - è giusto che chieda l'indennizzo per tutti gli investimenti fatti su quella spiaggia. Se uno se la sente e ha voglia di andare avanti, magari con i suoi figlioli o i suoi nipoti, deve poterlo fare. Perché non può valere solo il criterio economico che ti porta la prima multinazionale di turno ad appropriarsi delle spiagge. Io personalmente sto lavorando anche per una mappatura delle spiagge e delle coste italiane per garantire chi lavora da tanto tempo in spiaggia di continuare a farlo".

Il segretario di Più Europa Riccardo Magi esprime una posizione diametralmente opposta. “L'Italia rischia di essere deferita alla Corte di Giustizia Ue per la proroga delle concessioni balneari, dopo 28 mesi di procedura d'infrazione. Ecco quanto costa la propaganda del governo e la difesa di una lobby a danno dell'efficienza dei servizi, del benessere dei cittadini, e delle tasche degli italiani, che saranno costretti a pagare le scelte anti concorrenza del governo, preoccupato a difendere gli interessi di pochi piuttosto che il bene di tutti”.

La Conferenza e gli interventi dei Balneari siciliani - Il coordinatore di CNA Balneari, Cristiano Tomei, intervenuto alla conferenza stampa unificata organizzata in tutte le sedi territoriali CNA della Sicilia, ha puntato nell’avviare la discussione sul tema. “Si parta dal dato relativo ad ogni Regione- ha detto- per giungere ad avere un dato nazionale, fare chiarezza sulla tipologia delle attuali concessioni ed istituire quindi un tavolo tecnico per darsi un orientamento e una programmazione futuri, da fare presenti poi anche all’Unione Europea”.

Ad intervenire anche Gianpaolo Miceli, coordinatore regionale di CNA Balneari. “Il nostro comparto opera in maniera laboriosa sul demanio e valorizza la costa- ha detto– è strategico per il turismo siciliano, ma anche rispetto a servizi come la pulizia delle spiagge e il salvataggio in mare. Riteniamo necessario garantire la continuità per le attuali imprese concessionarie, e al contempo programmare nuove iniziative imprenditoriali. In tal senso, ci proponiamo come interlocutori con gli Enti Locali che dovranno adottare i Piani di Utilizzi del Demanio Marittimo”. “La mappatura delle nostre coste- ribadisce Rosy Genna, Presidente CNA Balneari Trapani- è fondamentale per sottolineare con certezza che la risorsa spiaggia non è scarsa, e che quindi è possibile sia tutelare il legittimo affidamento delle attività alle imprese già operanti, che per dare la possibilità anche ad altre imprese di immettersi nel mercato, partecipando a gare ad hoc. Il tutto al netto dello spazio per la spiaggia libera, che va assolutamente mantenuto”.

“Una volta tracciato il quadro normativo cui le imprese del settore devono fare riferimento- conclude Francesco Cicala, Segretario CNA Trapani- cercando di contemperare le esigenze nostrane con quelle dell’Unione Europea, si potrà procedere alla pianificazione ed approvazione dei Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo degli Enti Locali. Inutile anticipare i tempi, come ha fatto recentemente il Comune di San Vito Lo Capo, creando disagio e confusione senza tenere conto dell’evoluzione normativa in atto”.

Legambiente - Sulla vicenda delle concessioni Balneari e della direttiva Bolkstein abbiamo chiesto il parere di Legambiente Sicilia. Letizia Pipitone, già presidente del Circolo di Legambiente Marsala Petrosino ci dice che sono totalmente a favore della richiesta dell’Europa affinché l'Italia recepisca finalmente la direttiva e metta a bando le concessioni balneari e, in particolar modo Legambiente chiede che si approvino i PUDM (piani di utilizzo del demanio marittimo), l'unico modo per evitare la proliferazione delle concessioni.

Lo studio dei prezzi di CNA Balneari - Nell'attesa  di una decisione sta per iniziare la nuova stagione estiva e CNA Balneari Sicilia ha effettuato anche quest’anno, avvalendosi del Centro Studi di CNA Sicilia una raccolta dati sul caro prezzi. A tal proposito però, su un campione di 150 operatori del settore distribuiti su tutta l’isola e su tutte le province rivierasche viene fuori un dato nettamente significativo, circa il 53% degli operatori presi in considerazione durante l’intervista, manterrà gli stessi prezzi del 2022. Il 29% prevede aumenti non superiori del 5% dei prezzi e il 15% un incremento entro il 10%. L’indagine, svolta principalmente in strutture con bar e ristoranti, prevede dunque che in ampia parte l’aumento non venga preso in considerazione con piccoli casi di previsione di aumento.

Nel dettaglio provinciale: Messina, Catania, Trapani e Agrigento registrano una tendenza leggermente più alta nel mantenimento dei prezzi del 2022 attestandosi al 60% di operatori che manterranno gli stessi prezzi, la parte rimanente del campione di imprese
prevede aumenti non superiori al 5%. Invece in territori come Siracusa, Palermo, Ragusa e Caltanissetta (dove manterranno gli stessi prezzi la metà degli operatori) la quasi totalità della rimanente parte degli operatori prevede incrementi entro il 10%.

Un altro dato rilevato è relativo alla tendenza di apertura degli stabilimenti per la stagione alle porte. Il dato regionale consegna una tendenza perfettamente equilibrata tra i mesi di aprile, maggio e giugno. Un terzo degli intervistati intende aprire già nel mese in corso mentre la rimanente parte degli operatori si distribuisce equamente negli altri due mesi. Rispetto all’anno scorso aumenta la quantità di operatori impegnati in una apertura ad aprile e diminuisce quella di maggio segno di una volontà di anticipare.