Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/07/2023 17:00:00

Nuovi interrogativi sul dragaggio del Porto di Mazara dell'associazione Pro Capo Feto

In seguito alla pubblicazione dell’articolo su TP24 di A. Accardo Palumbo: “Tre domande sul dragaggio del porto canale di Mazara…” si è aperto un confronto serrato tra il Sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci e l’eurodeputato, Ignazio Corrao.
Nel contesto delle dichiarazioni del Sindaco, si legge, tra l’altro: “I lavori del dragaggio sono lavori fatti in conformità con quanto indicato sia in fase progettuale e con quanto concordato con le associazioni ambientaliste”. Come è noto il progetto TP 189, relativo ai “Lavori di ripristino dei fondali del bacino portuale e del retrostante Porto Canale nel Comune di Mazara del Vallo”, risale a molto tempo prima che il dott. Salvatore Quinci assumesse la carica di Sindaco e ha subito sostanziali modifiche.
Nella “fase progettuale” non sembra che si sia tenuto conto, relativamente allo smaltimento dei materiali dragati, delle previsioni di cui al D. M. 24/1/1996, con Allegato A (monitoraggio e rispetto degli ecosistemi protetti e degli ecosistemi sensibili posti nelle vicinanze dell’area di escavazione).

L’attuale Sindaco di Mazara ha iniziato a partecipare ai “tavoli tecnici”, indetti dalla Stazione appaltante dei lavori, dal 2019 e, salvo altri tavoli tecnici ai quali non siamo stati presenti, dovrebbe sapere che gli unici ambientalisti convocati, siamo stati noi dell’Ass.ne Pro Capo Feto – Federazione Nazionale Pro Natura. E’ assolutamente vero che, per venire incontro alla Stazione appaltante, il cui Direttore ha dimostrato di comprendere le lacune del progetto TP 189, si è concordato di movimentare una certa quantità di fanghi buoni, “componenti sabbiosi” (come sta scritto nell’Autorizzazione regionale), nella sponda occidentale dell’area lagunare, intesa a livello locale come Colmata B. Componenti sabbiosi che avrebbero potuto migliorare le condizioni edafiche della zona che era stata compromessa da precedenti scarichi di rifiuti e di fogliame (da pulizie delle spiagge) di Posidonia oceanica.

I lavori che sono stati condotti dalla seconda decade di giugno scorso e che hanno impressionato anche l’On. Corrao non hanno, però, nulla a che dividere con quanto si era concordato attorno ai tavoli tecnici. La sponda occidentale, nonostante gli scarichi pregressi, continuava a scendere dolcemente sullo specchio acqueo e lungo la riva vegetava un esteso salicornieto, bisognava quindi bonificarla (cosa che aveva iniziato a fare il primo Direttore dei lavori) e ripristinarla con le sabbie del dragaggio.
I lavori di giugno l’hanno trasformata invece in una sorta di altura afitoica, con voragini che si aprono tra la Sopraelevata e la parete dell’altura che scende, a picco, nell’acqua. Trasformazione fatta per consentire la caratterizzazione dei fanghi portuali che, come da accordi nel corso del tavolo tecnico del 9/3/2021 (non c’era il Sindaco), doveva essere effettuata nell’ambito portuale. Era stato previsto quindi di utilizzare lo spiazzale di un cantiere navale o, eventualmente, una chiatta noleggiata, dato che la Capitaneria di Porto si è opposta all’ipotesi di effettuare la caratterizzazione in banchina portuale.

L’On. Corrao, contrariamente a quanto avrà voluto fare intendere il Sindaco, è stato a Mazara, si è reso conto dell’elevata valenza ecologica dell’area lagunare, ha visto com’era la sponda occidentale (prima dell’intervento del mese di giugno), conosce perfettamente le criticità del progetto TP 189. Progetto che a nostro modestissimo avviso, più che di “mitigazione del rischio idrogeologico”, sembra di puro e più semplice dragaggio portuale, con la previsione di continuare a colmare l’area lagunare (descritta come “pozzanghera” da chi ha preceduto l’attuale Sindaco).

Per questo, in caso di nuove esondazioni, si continua a temere, a cominciare dall’On. Corrao, per l’incolumità dei mazaresi. Il Sindaco alla fine, colpito dalle dichiarazione dell’On., ha chiesto: “Quali fanghi sono stati sversati nella laguna di Tonnarella?” Con i camion che scaricano in quel luogo, si metta il Sindaco nei panni del forestiero che arriva alla laguna e, dopo la propaganda martellante dell’inizio del dragaggio, nota ruspe ed autocarri in azione, senza misura alcuna di mitigazione dell’impatto, senza l’indicazione che lasci trasparire: la portata dei lavori, la denominazione dell’impresa esecutrice, le date di inizio e di fine lavori. Se chiarezza si vuole fare su questa sorta di lavori di “mitigazione del rischio idrogeologico del Mazaro”, il dott. Salvatore Quinci che non era sindaco nella “fase progettuale”, indica ora un dibattito pubblico e avrà sicuramente il nostro contributo e quello dell’On. Corrao.

Ass. ne Pro Capo Feto
Federazione Nazionale Pro Natura