Convivere con una mezza verità, questa la sorte dei familiari delle vittime della strage di Alcamo diramazione, uccisi dai Regi Carabinieri.
La storia, raccontata nell’omonimo libro, narra dell’eccidio compiuto dai carabinieri, avvenuto ad Alcamo il 14 Luglio 1943 pochi giorni prima dello sbarco in Sicilia degli Anglo-americani. Sette civili fucilati perché cercavano viveri per sopravvivere e sorpresi a rubare viveri da un vagone ferroviario e per tale motivo fucilati dai Carabinieri sul posto senza un regolare processo.
Il libro "La strage di Alcamo diramazione 14 luglio 1943" di Francesco Messina con la testimonianza di Antonello La Commare, nipote di Salvatore una delle vittime, è stato presentato al Museo Pepoli.
Al convegno, oltre ai due autori, sono intervenuti Anna Maria Parrinello. direttrice del Museo Pepoli, Ernesto Di Lorenzo, Giornalista, Carmelo Ficcaglia, docente di Storia e Filosofia e i club dal Kiwanes del territorio.
“Mia nonna aveva il timore che il fatto di essere uccisi dai Regi Carabinieri costituisse una macchia, quella macchia che imprime disonore, sospetto, tutto ciò che spesso trasforma le vittime in colpevoli”.
Nelle parole di Antonello La Commare, nipote di Salvatore, una delle vittime, si coglie la drammaticità di chi è cresciuto all’ombra di una vicenda obliata, occultata soloper salvare l’onorabilità del vero responsabile.
La ricostruzione del caso e l’accertata verità storica, acclarata anche in un processo postumo, è il risultato di un certosino lavoro documentale di Francesco Grammatico, che all’epoca dei fatti era poco più che ragazzino e presente in quel tempo in quei luoghi. Sui suoi ricordi, inizia la ricerca della verità suffragata poi da testimonianze cercate tra documenti, atti ufficiali celati e articoli di giornale dell’epoca.