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06/10/2024 06:00:00

 La siccità non dà tregua alla Sicilia. Acqua razionata per 2 milioni di persone

 La siccità non dà tregua alla Sicilia. Da domani, lunedì 7 ottobre, acqua razionata per due milioni di persone. Ma non è finita, perchè si prevede un picco della crisi a Natale se le cose non migliorano.


La Sicilia sta affrontando una delle peggiori crisi idriche della sua storia recente. La cabina di regia sulla crisi idrica, tenutasi il 30 settembre, ha evidenziato una situazione allarmante: negli invasi della regione ci sono solo 60 milioni di metri cubi di acqua, rispetto ai 300 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso. Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha assicurato di essere al lavoro per trovare soluzioni durature: "Non si devono solo tappare i buchi ma elaborare soluzioni strutturali per mettere in sicurezza il nostro sistema idrico".
Una delle misure adottate dalla Protezione civile regionale è il "piano pozzi e autobotti", che prevede l'acquisto di 190 autobotti e l'invito ai sindaci di cercare nuovi pozzi. Tuttavia, il piano finora ha portato pochi benefici. Alcune province non hanno ancora fatto richieste, e i pozzi individuati in alcune zone, come Caltanissetta, contengono acqua contaminata e quindi inutilizzabile. Salvo Cocina, a capo della Protezione civile siciliana, ha risposto alle critiche affermando: "Abbiamo fornito l’elenco dei pozzi alle amministrazioni locali, che conoscono il territorio e possono intervenire in caso di necessità".
La situazione è particolarmente grave a Caltanissetta, dove i cittadini ricevono acqua solo una volta ogni otto giorni. In risposta a questa emergenza, domenica 6 ottobre i giovani scenderanno in piazza per rivendicare il loro diritto all'accesso all'acqua. I pozzi della zona, purtroppo, sono contaminati e quindi inutilizzabili, rendendo la crisi ancora più difficile da gestire.


ACQUA RAZIONATA
A Palermo, da lunedì 7 ottobre, entrerà in vigore il piano di razionamento dell’acqua, con interruzioni dell’erogazione in diversi quartieri per 24 ore a rotazione. Anche Enna sta vivendo una situazione drammatica: le riserve della diga dell'Ancipa sono sufficienti solo fino al 20 novembre, e i comuni dipendenti dall'invaso, come Troina, Nicosia e Gagliano, ricevono acqua solo ogni 7 giorni.
La siccità non sta dando tregua, e la situazione è destinata a peggiorare. Se non ci saranno precipitazioni significative, buona parte della Sicilia si ritroverà senza acqua durante il periodo natalizio. La crisi sta mettendo in ginocchio anche gli allevatori e gli agricoltori, che vedono i loro raccolti ridotti e sono costretti a macellare il bestiame per la mancanza di acqua.

FARAONE IN ACCAPPATOIO
Il problema dell’acqua non è solo legato alla siccità. In molte zone, come Agrigento e Caltanissetta, le reti idriche sono un colabrodo, con perdite che arrivano fino al 60%. In alcuni quartieri di Caltanissetta, l’acqua manca da oltre 110 giorni. Anche ad Agrigento la situazione è critica, con l’acqua che arriva solo ogni 32 giorni.
Il deputato di Italia Viva, Davide Faraone, ha organizzato un sit-in davanti a Palazzo d’Orleans a Palermo per protestare contro la gestione della crisi idrica da parte del governo regionale. Vestito con un accappatoio, ha dichiarato: "La crisi idrica in Sicilia è sì causata dalla mancanza di piogge, ma anche da chi governa questa regione. Schifani ha messo in campo azioni solo quando l'emergenza era ormai scoppiata".

IL DOSSIER DEL PD
Il dossier presentato dal Partito Democratico sulla siccità in Sicilia mette in luce un grave problema di gestione delle risorse idriche, aggravato dai cambiamenti climatici e dalla cattiva amministrazione. Il rapporto evidenzia come la scarsità d’acqua sia un fenomeno strettamente legato non solo alle temperature elevate e alla diminuzione delle precipitazioni, ma anche alla cattiva gestione delle infrastrutture e delle risorse disponibili.
Secondo il documento, al quale ha lavorato il deputato trapanese Dario Safina, la Sicilia ha registrato negli ultimi anni una riduzione significativa delle precipitazioni, con il 2023 che ha visto solo 628,7 mm di pioggia rispetto alla media storica di 691,3 mm per il periodo 1921-2020. Questa riduzione, unita alla cattiva gestione degli invasi e delle reti idriche, ha determinato un’emergenza idrica che ha colpito duramente i cittadini e le imprese agricole.
Il dossier sottolinea come, nonostante la presenza di 46 invasi, solo 30 siano realmente operativi, e di questi, molti sono utilizzati al di sotto del loro potenziale. L’Autorità di bacino della Sicilia ha rilevato che, sebbene la capacità totale degli invasi sia di circa 1,130 miliardi di metri cubi, solo 701,6 milioni di metri cubi sono effettivamente utilizzabili, a causa della mancata manutenzione e del fango accumulato che ne riduce l’efficienza.
Il rapporto del PD critica duramente anche la gestione delle reti di distribuzione, evidenziando che in Sicilia si perde oltre il 50% dell’acqua immessa a causa di reti obsolete e fatiscenti. Le perdite idriche, unite all’insufficiente manutenzione e agli investimenti scarsi o mal gestiti, rappresentano uno dei problemi principali per una gestione sostenibile dell’acqua nell’isola.
Inoltre, il documento affronta il tema della desertificazione, un fenomeno che interessa il 56,7% del territorio regionale. La mancanza di adeguate politiche di prevenzione ha portato a un progressivo degrado del suolo, accentuato dall’inaridimento dei terreni, con conseguenze devastanti per l’agricoltura e l’ambiente.
Il PD propone una serie di interventi per affrontare la crisi idrica, tra cui la modernizzazione delle reti di distribuzione, l’adozione di tecnologie per il risparmio idrico, e la promozione del riutilizzo delle acque reflue. Viene inoltre richiesto un miglioramento della gestione degli invasi e la realizzazione di interventi per aumentare la capacità di accumulo delle acque piovane.
Infine, il dossier evidenzia l’urgenza di una riforma dei Consorzi di bonifica, attualmente commissariati e incapaci di garantire un servizio efficiente agli agricoltori. Il Partito Democratico denuncia l’inadeguatezza delle politiche regionali e nazionali nel gestire l’emergenza e chiede interventi immediati per salvaguardare le risorse idriche dell’isola e garantire un futuro sostenibile per la Sicilia.