La sinistra ama farsi del male tradizionalmente. Alle ultime regionali siciliane si è superata, dividendosi dopo aver celebrato delle primarie unitarie. All'ARS, le tre opposizioni oggi rappresentate camminano insieme, per la verità anche quando inciuciano con la destra per dividersi i contributi dell'ex tabella H. Ma bisogna capire se vogliamo mettere davvero in campo un'alternativa credibile sul piano programmatico e realmente competitiva sul piano elettorale.
In questo caso, bisogna andare oltre aprendo il confronto a quell'area di centro che è storicamente forte in Sicilia e che soffre l'egemonia dei sovranisti.
Voglio essere più chiaro: a Palermo, Lagalla sarebbe potuto benissimo essere il candidato sindaco di un centrosinistra che avesse mostrato maturità e apertura mentale. Ci furono contatti in questo senso, poi sfumati, e non per colpa di Lagalla.
Alle regionali, la candidatura sbagliata della Chinnici avrebbe avuto un senso se avesse avuto il mandato di allargare la coalizione a forze moderate, del resto era stata assessore di Raffaele Lombardo. In entrambi i casi, sono prevalsi l'istinto a isolarsi e la puzza sotto il naso di una sinistra che ama ammirarsi allo specchio piuttosto che confrontarsi col tessuto sociale siciliano.
Oggi la coalizione si trova di fronte a questo dilemma: prepararsi per perdere nuovamente o cercare veramente di vincere.
Per questo riteniamo che vada aperto da subito un tavolo di confronto tra le forze del centrosinistra, che intanto si chiarisca le idee.
Vogliamo realizzare i termovalorizzatori o continuamo a trasferire a caro prezzo i rifiuti all'estero, e assistere impotenti alla loro trasformazione in energia da parte di paesi che ci guadagnano due volte sulla nostra pelle?
Prendiamo atto che i pronto soccorso pubblici sono diventati porti di mare, dove trascorrere giornate in attesa di assistenza, oppure si apre ai pronto soccorso anche nelle strutture sanitarie private. Rifiuti e sanità sono due esempi del tipo di politica che la sinistra vuole fare in Sicilia.
Io sono per un approccio pragmatico, nel solco della migliore cultura riformista, e chiedo un confronto con gli alleati del passato e anche con quelli potenzialmente del futuro.
È grave?
S.O.