Da barca carica di disperazione a emblema di giustizia. Alla Lega Navale di Trapani, la barca a vela "Vega", un tempo utilizzata per il traffico di esseri umani, è stata restituita alla comunità, non come un fantasma del passato, ma come un simbolo di legalità, intitolata al giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto, ucciso dalla mafia nel 1983.
Un'emozione palpabile ha percorso la banchina, tra le autorità e i soci della Lega Navale Italiana, artefici di questa straordinaria trasformazione. La "Vega", confiscata nell'ambito delle operazioni contro l'immigrazione clandestina, è stata infatti ristrutturata e rimessa a nuovo dai volontari della LNI, pronta a solcare il mare con un nuovo scopo: attività sociali e sportive, progetti di legalità, un messaggio di rinascita che parte da Trapani e si rivolge a tutta la Sicilia.
"Una promessa mantenuta": la Lega Navale di Trapani e l'impegno per la legalità
"Quando abbiamo preso in consegna questa barca, ci siamo fatti una promessa: avrebbe solcato le onde in nome della giustizia, in memoria di chi ha sacrificato la vita per difendere i nostri valori", racconta Piero Culcasi, presidente della Lega Navale di Trapani, con gli occhi lucidi di commozione. "Oggi, con questa cerimonia, manteniamo quella promessa, un impegno che abbiamo preso con tutta la comunità trapanese. La "Vega" non è solo una barca, è un simbolo di riscatto, un monito per le nuove generazioni: la mafia può anche toglierci gli uomini migliori, ma le loro idee continueranno a navigare con noi". E non è un caso che la "Vega" abbia già partecipato, lo scorso ottobre, al Trofeo intitolato proprio a Ciaccio Montalto, con a bordo un equipaggio speciale composto da magistrati, ufficiali della Guardia di Finanza, Carabinieri e Capitaneria di Porto. Un equipaggio che rappresenta l'impegno corale delle istituzioni nella lotta alla criminalità.
"La memoria è un'arma contro l'illegalità"
"Ricordare non basta, bisogna agire. La memoria deve trasformarsi in impegno quotidiano contro ogni forma di illegalità", sottolinea Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia all'Ars, con la voce carica di passione civile. "Oggi il traffico di esseri umani è un business enorme per la criminalità, un'emergenza che richiede la massima attenzione. Ma non dimentichiamoci che anche dietro il traffico di droga si celano gli stessi interessi, le stesse logiche spietate. Il giudice Montalto lo aveva capito, era un pioniere in questo campo, e pagò con la vita il suo coraggio. Per questo intitolargli questa barca è un atto doveroso, un modo per dire che il suo sacrificio non è stato vano, che le sue idee continuano a vivere in chi combatte per la giustizia".
"Montalto, il magistrato che amava il mare"
"Gian Giacomo non era solo un magistrato integerrimo, era un uomo di grande cultura e sensibilità, un amante della musica e del mare", ricorda con affetto Alessandra Camassa, presidente del Tribunale di Trapani. "Sono certa che oggi sarebbe felice di vederci qui, di sapere che questa barca, simbolo di libertà, porta il suo nome. Lui, che affrontava il suo difficile lavoro con passione e dedizione, trovava nel mare e nella musica la forza per andare avanti, per non soccombere al peso delle sue inchieste. E oggi, questa barca che naviga verso un futuro migliore, è anche un omaggio alla sua passione, al suo amore per la vita".
"Un nuovo orizzonte di legalità"
"Questa cerimonia non è solo un momento di commemorazione, ma anche un segno di speranza, l'inizio di una nuova fase", sottolinea Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, mentre benedice la "Vega" con un gesto solenne.
"Con l'intitolazione al giudice Montalto, questa barca diventa un simbolo di riscatto, un'occasione per voltare pagina e costruire un futuro di legalità. Un futuro in cui la comunità trapanese, ferita da anni di mafia e illegalità, possa finalmente guardare avanti con fiducia. E la Lega Navale, con questa iniziativa, si conferma un punto di riferimento importante per la nostra città, un esempio di impegno civile e solidarietà".
"Una croce per proteggere la Vega": il dono e l'augurio
"Affido a questa barca un simbolo di fede e speranza", dice il Vescovo Fragnelli, consegnando una croce realizzata da uno scout adulto. "Che questa croce accompagni la "Vega" in tutte le sue missioni, che sia di ispirazione per chi naviga a bordo, che ricordi loro l'importanza di seguire la retta via, di operare per il bene comune. E che il giudice Montalto, da lassù, protegga questo simbolo di legalità, che da oggi solca il nostro mare".