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05/01/2010 19:30:11

Bianco e Borsellino contro Lombardo

Questo girare a vuoto è favorito dall’informazione, tutta quanta, perché a un certo punto si finisce con il

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veicolare vuoti vaniloqui come fossero il vangelo del giorno prima. Un imbonimento collettivo che non risparmia nessuno: mittenti, destinatari, media, lettori (quelli che seguono la “corrispondenza” fra addetti ai lavori).

 

Quando finisce la giornata e qualcuno tenta di riflettere su quello che è successo, succede che si scopre che è prevalsa, come sempre, l’ammuina e che non si riesce mai a concludere nulla.

 

Le chiacchiere continuano ad avere la primazia, i partiti continuano ed essere ostaggio di quattro o cinque persona, che a turno si chiamano fuori e destabilizzano ciò che il partito sostiene di avere deciso.

 

Il centrodestra siciliano con tutte le sue bocche eruttive – se ne apre una al giorno – invia la sua lava a valle e c’è il pericolo che distrugga tutto quanto. Nel Pdl non si capisce più niente o quasi, tanto che c’è chi sogna l’arrivo di Silvio Berlusconi con la durlindana in mano pronta a scendere sulla testa dei più rissosi e dei duellanti. L’Udc è più livoroso che mai a causa dei tradimenti patiti e del divorzio fra Lombardo e Cuffaro. L’Italia dei Valori, che nin Sicilia è rappresentata da Leoluca Orlando, vampirizza il Pd perché è l’unico modo per farsi largo e trovare una piazza d’onore a Palazzo dei Normanni nella prossima legislatura. Naturalmente auspica che arrivi prima possibile, magari con uno scioglimento anticipato dell’Assemblea.

 

La necessità di esserci passa sopra altri bisogni, per esempio quello di governare l’Isola. Se i dipetristi dovessero avere quattro o cinque deputati a Sala D’Ercole, cambierebbero le cose in Sicilia?

 

Nel Pd la segreteria nazionale e quella regionale hanno illustrato una strategia di “ascolto” ed un patto per le riforme che affida l’onere della proposta al governo nato da una costola del Pdl e dal Mpa di Lombardo, ma non c’è giorno che leader importanti – Enzo Bianco e Rita Borsellino – non dipingano questa scelta come disastrosa. Il Pd, affermano, starebbe per diventare una stampella di Lombardo.

 

Non è la prima volta che il Pd venga descritto come il peggiore dei partiti possibili proprio dall’interno. Fuoco amico, alzo zero, dunque. Non c’è stato voto favorevole del gruppo Pd all’Ars che non sia stato di volta in volta bollato dal segretario regionale del partito come il risultato di un inciucio, cioè di un patto infame e scellerato, con la conseguenza che i siciliani hanno appreso – e continuano a farlo – che i rappresentanti democratici nel Parlamento regionale sanno fare solo gli affari loro.

 

Fuoco amico molto più dannoso di quello degli avversari, perché più credibile e, spesso, più livoroso. La conflittualità permanente, tuttavia, non è soltanto figlia di un esasperato individualismo - che prevale su tutto – ma anche la drammatica conseguenza dell’assenza di democrazia nei partiti, anche quelli che si sono date regole democratiche rispettabili, come il Pd.

 

Una volta costruiti gli organismi ed assunte posizioni politiche condivise, le decisioni non vengono rispettate. La parte che non prevale, non accetta le scelta della maggioranza. Mai. Così è pressocché impossibile pretendere che uno schieramento politico, qualunque esso sia, e a prescindere dalla questione contingente, venga “pensato” come un partito con una sua identità.

 

L’idea che ci si confronti, si voti e si faccia ciò che la maggioranza ha deciso, è stata abbandonata. Il dissenso continua fuori dai luoghi in cui esso andrebbe legittimamente esercitato. Le regole ci sono, ma è come se non ci fossero.

 

Per quale ragione?

 

La democrazia non è accettata nemmeno da coloro che la propugnano con convinzione. Va bene soltanto se a prevalere sono le proprie idee, altrimenti niente. Enzo Bianco, ex ministro ed ex sindaco di Catania, è fuori dalla grazia di Dio perché giudica che il Pd stia facendo un favore al suo avversario “di casa”, cioè Lombardo. Rita Borsellino, che sta ancora riflettendo sull’iscrizione o meno al Pd (partito nel quale è stata eletta eurodeputato), manifesta la sua contrarietà ogni giorno sulle pagine dei giornali siciliani con argomenti di principio legittimi ma estranei a quelli illustrati dalla segreteria nazionale del Pd e dal segretario regionale, Lupo.

 

L’eurodeputato Borsellino non vuole avere nulla a che fare con Lombardo perché s’è fatta una cattiva opinione di lui. Ineccepibile. E poi?

Il suo movimento, presumibilmente, ipotizza una nuova candidatura alla Presidenza della Regione (come Bianco), che è un obiettivo legittimo. Ma con quali suffragi, se il Pd viene massacrato prima ancora che compia i primi passi di una strada che esso stesso si è scelto?

 

Altrove non va meglio, anzi. Nel Pdl non esiste nemmeno il problema dell’adesione democratica alle decisioni prevalenti, perché non ci sono organismi collegiali in Sicilia dove le decisioni vengono elaborate, discusse e votate, sicché ognuno può dire e fare ciò che vuole, fino a che i dirigenti nazionali non intervengono.

 

Il risultato di questo marasma generale è sotto gli occhi di tutti.

 

Possibile che non riesca a stare dietro alle questioni concrete eci si misuri su di esse? Il dissenso sarebbe meritorio e comprensibile se contribuisse a fare capire gli errori o le buone cose che si fanno e si propongono.