curato da IPR Marketing, l’Istituto di sondaggi di opinione diretto da Antonio Noto, ed effettuato per il quarto anno consecutivo per Il Sole 24 Ore, pubblicato oggi. IPR Marketing ha realizzato il Governance Poll tra i mesi di settembre e dicembre, attraverso interviste telefoniche condotte in modalità CATI (Computer Assisted Telephone Interview) e telematiche attraverso il sistema Cawi ed il sistema esclusivo Tempo Reale.
Diego Cammarata, in fondo, nonostante gli scandali e le feroci critiche, tra gli amministratori locali dell’Isola è quello che “limita i danni”. Rispetto al consenso ottenuto il giorno dell’elezione, infatti (53,5), il primo cittadino di Palermo ha perso, secondo il sondaggio, 4,5%. Un “gruzzolo” sperperato nel corso dell’ultimo, intenso e complicato anno solare, visto che nel precedente Governance Poll, quello dell’anno scorso, il consenso di Cammarata si attestava ancora sul 52%. Una “bocciatura” non così eclatante nelle dimensioni, più netta invece se il confronto viene fatto con gli altri primi cittadini italiani. Cammarata, infatti, con quel 49,5% si piazza al 95esimo sui 110 comuni presi in considerazione. In piena “zona retrocessione”.
Ancora peggio, per la verità , fanno altri due sindaci siciliani. Il primo cittadino di Messina, Giuseppe Buzzanca, che non godeva già di un consenso molto ampio (appena il 51% alle elezioni), vede scendere ulteriormente la sua fetta di “fedelissimi” al 48%, forse anche in seguito alle tragiche vicende di Giampilieri. La “maglia nera” dei sindaci siciliani, però, va a Raffaele Stancanelli, che col suo 46% (8,4% di calo rispetto alle ultime amministrative), si piazza al 108esimo posto. Peggio di lui solo i sindaci campani Iervolino e Petteruti.
Tra i sindaci virtuosi, invece, in testa un poker, composto da Flavio Tosi (Verona), autore di un notevole exploit, con un incremento di quasi dieci punti (9,6%) rispetto al giorno delle elezioni, Sergio Chiamparino (Torino, leader del 2006), Giuseppe Scopelliti (Reggio Calabria)e Peppino Vallone (Crotone).
I presidenti di regione: Lombardo perde oltre il 17%.
Raffaele Lombardo
Fa molto più effetto, invece, il “crollo” di Raffaele Lombardo. Il Governatore, infatti, nel corso di quest’anno ha gettato via oltre 17 punti percentuali di consenso. Dal 67% dell’ultimo Governance poll (un anno esatto fa) il presidente della Regione siciliana è sceso al 50% (oltre quindici punti in meno della quota ottenuta in occasione della propria elezione). Evidentemente i “problemi” legati agli equilibri di giunta, al rapporto contrastato con in Pdl e l’amore finito con l’Udc hanno contribuito ad alienare dal leader dell’Mpa una larga fetta di consenso. Così, il crollo, che vede Lombardo precipitare dalla prima, lusinghiera posizione di un anno fa, all’anomima undicesima posizione sulle 17 regioni considerate. Perde oltre il 15%, quindi, Lombardo, perde il consenso, e perde, ovviamente, la vetta della graduatoria, che viene conquistata da un Presidente uscente: Giancarlo Galan, Presidente del Veneto (che con Lombardo aveva polemizzato in occasione del finanziamento al film di Tornatore, Baarìa), guadagna il 5,4% rispetto alle elezioni che lo avevano riconfermato cinque anni fa e svetta al 56%. Immediatamente alle sue spalle un trio formato da Formigoni (Lombardia), Lorenzetti (Umbria), e Errani (Emilia Romagna), tutti con il 55%. Segue il presidente uscente della Toscana, Martini, il quale pur in calo mantiene al 54% le posizioni di testa della graduatoria. Particolarmente notevole invece, il risultato della presidente del Piemonte Mercedes Bresso, la quale cresce rispetto alle precedenti consultazioni dell’1,6%, e con il 52,5% registra una ottima affermazione. Bassolino (Campania) chiude la classifica dei presidenti di Regione.
I presidenti di Provincia. Alta classifica, ma calo netto.
Giuseppe Castiglione
Giovanni Avanti
Vista superificialmente, invece, la graduatoria delle province sembrerebbe sorridere alla Sicilia. Nelle prime sei posizioni, infatti, si trovano ben cinque amministratori dell’Isola. A guardare meglio, però, si scopre che, se è vero che nel confronto con i “colleghi”, i siciliani se la cavano molto bene, è anche vero che ai cittadini il loro operato comincia a non convincere del tutto. Nonostante “l’alta classifica”, infatti i presidenti, rispetto a un anno fa perdono quote di consenso notevoli: dall’8 al 12%.
Chi è messo meglio è il presidente della provincia di Catania Giuseppe Castiglione, col suo 68%, comunque in netto calo rispetto al 77,6% delle elezioni e al 72% del “Governance Poll” di un anno fa. Sempre sul podio il presidente della provincia di Messina Giovanni Ricevuto, col 65%, in calo rispetto al 75,4% delle elezioni e al 68% dell’ultimo sondaggio. Appaiati al sesto posto, col 60% i presidenti delle province di Agrigento, Siracusa e Palermo. E se il presidente agrigentino Eugenio D’Orsi ha perso (solo quest’anno) il 7,9& e quello aretuseo Nicola Bono ha dilapidato l’8,4%, il “tracollo” di Giovanni Avanti è più fragoroso: oltre il 12% di calo.