Queste le parole del Presidente del Consiglio Comunale Oreste Alagna dopo avere ricevuto notizie ufficiali dal Prefetto di Trapani, al quale lo stesso presidente si era rivolto – lo scorso 14 dicembre – sulla posizione del Consigliere.
Il caso Errera agita le acque della politica marsalese. Per il coordinatore comunale dell'Udc, Stefano Pellegrino, è tutto sotto controllo: "Sono contro i processi pubblici, contro la paragiustizia che si fa in televisione e in radio. E’ compito dei cittadini ritenere se una determinata persona è degna o meno di ricoprire una determinata carica. Errera comunque già da tempo si è sospeso dal partito in attesa della sentenza definitiva. Purtroppo registriamo diverse sentenze di primo grado che in secondo grado vengono riformate, quindi bisogna attendere con assoluta serenità l’esito del processo in appello”.Scrivono invece in un comunicato stampa Rifondazione Comunista e i socialisti del Psi, che esprimono in Consiglio Comunale l'avvocato Peppe Milazzo : "A seguito dei fatti penalmente rilevanti che hanno coinvolto il consigliere comunale di Marsala, Sig. Celestino Vito Errera, oggi aderente all’UDC, che lo scorso 9 dicembre è stato condannato, con rito abbreviato, a 18 mesi di carcere per favoreggiamento della latitanza di un mafioso, la Federazione Provinciale del Partito Socialista Italiano e della Federazione della Sinistra, stigmatizzando il comportamento del reo e dei dirigenti, a tutti i livelli, del proprio Partito di appartenenza, trincerati dietro un assordante silenzio, e che nonostante due riunioni consiliari in cui i cittadini marsalasi si sarebbero aspettati dichiarazioni, dovute per il ruolo istituzionale ricoperto, già informalmente preannunciate e mai esternate, reclamano immediate dichiarazioni ufficiali da parte dei soggetti interessati, e di conoscere le opportune e conseguenti iniziative politiche che si intendono adottare riguardo la presenza, e la permanenza, dell’Errera all’interno della massima assise comunale
Le due Federazioni ritengono sia necessario fugare, immediatamente, ogni dubbio sulla possibile connivenza tra la mafia, o qualsivoglia soggetto criminale, con le istituzioni, anche per evitare il ripetersi di incresciosi fatti che hanno, nel recente passato, portato già allo scioglimento del consiglio comunale di Marsala, nonché alle dimissioni del Presidente della Regione Sicilia Cuffarò, anch’egli esponente dell’UDC.
E’ un dovere che la politica ha nei confronti dei cittadini, e dal quale nessun esponente politico può esimersi di rispondere direttamente".
A loro fa eco il consigliere comunale dei Verdi, Patrik Basile: "Durante la penultima seduta di chiusura anno 2009 e prima seduta utile per la trattazione del caso Errera il sottoscritto ha chiesto alle forze d'opposizione di non rimanere silenti ai fatti per cui è stato condannato il consigliere comunale Vito Celestino Errera e che io reputo gravissimi. L'opposizione, tutta, ha deciso di non aprire il dibattito ed aspettare le dichiarazioni da parte dello stesso Errera o quanto meno di un gesto di onestà intellettuale da parte del partito dell'UDC. Sicuramente non potevamo aspettarci chissà che dall’ UDC ma doveroso era un intervento della sinistra. Non volendo fare lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia ho chiesto di intervenire durante la seduta del consiglio comunale, subito dopo l'ennesima approvazione di un debito fuori bilancio, per chiedere al consigliere Errera spiegazioni su quanto pubblicato dalle testate giornalistiche in merito alla condanna giudiziaria per favoreggiamento alla latitanza di un mafioso e sull’opportunità di continuare il suo mandato. Il vice sindaco Milazzo, sempre dietro le quinte del teatrino e quindi fuori microfono e video registrazione, mi ha chiesto di non intervenire dicendomi che era in procinto una dichiarazione in aula da parte del consigliere Errera e la successiva lettura di un documento da parte del partito d’appartenenza dello stesso, ovvero dell’UDC. Quanto promesso dal Vice sindaco non è accaduto e la seduta si è chiusa nella solita barbina frase di giustificazione da parte del presidente del consiglio "Vista la tarda ora".
Prima dell'inizio dell'ultima seduta consiliare a chiusura dell'anno 2009 ho chiesto con insistenza e poi ottenuto una riunione di capi gruppo con la presenza del consigliere Errera per chiedere, in modo non populista quindi non a seduta aperta e davanti le telecamere, una presa di posizione dei partiti e un intervento di Errera, o un intervento del partito d'appartenenza, in merito al provvedimento giudiziario e alle posizioni che intendevano assumere nell'attesa del secondo e poi terzo grado di giudizio o della prescrizione salva tutti. La reazione è stata unanime da parte di tutti i capi gruppo, tranne che del sottoscritto, ossia di non voler aprire il dibattito in quanto ci trovavamo sotto le festività natalizie. Sottolineo che da scandalo è stato l'intervento di un capo gruppo, rappresentante di un partito che propone la carta dei cittadini diligenti e del patto etico per la città di Marsala, poichè lo stesso consigliere portavoce dichiara che non solo non è opportuno aprire il dibattito ma risulta giuridicamente non possibile in quanto il consiglio comunale non è stato avvisato ufficialmente dagli organi competenti, quali prefetto o tribunale e non ha nessuna valenza giuridica un dibattito in aula consiliare. Reputo più che necessario un intervento politico in merito a quanto accaduto non solo perchè abbiamo il dovere di rispettare le leggi che regolano la nostra società civile ma soprattutto perchè dobbiamo dare un segnale chiaro, forte e deciso alla cittadinanza e capire da quale parte intende schierarsi l’intera classe politica, se schierarsi dalla parte dei cittadini che delinquono o se stare dalla parte dei cittadini onesti, diligenti o semplicemente definiti con un modo di fare da “buon padre di famiglia”.
Fino ad oggi non possiamo non negare che spesso per ipocrisia buona parte del mondo della politica dichiara di rappresentare i cittadini onesti e di lottare contro qualsiasi fenomeno mafioso, di corruzione e di delinquenza varia ma poi ci troviamo di fronte a casi simili a questo in questione come, solo per fare degli esempi, un soggetto colpito da un provvedimento giudiziario pesante per concorso esterno alle organizzazioni mafiose con interdizione perpetua dai pubblici uffici oggi è senatore, altri soggetti ricoprono le cariche di presidente della regione, altri continuano a ricoprire cariche come consiglieri provinciali, altri vengono nominati in consigli di amministrazioni anche se con fedina penale macchiata. Tutto questo non fa che generare smarrimento nel cittadino sulla giusta condotta da tenere sia dal punto di vista morale che di buon padre di famiglia, il risultato alla fine è che tutti gli uomini politici sono considerati collusi, corrotti, delinquenti e spesso considerati anche mafiosi o meglio spesso lo sono.
Stanco di questo sistema dico che il mondo della politica, per riuscire a ristabilire le figure di guida del nostro stato, con giusta capacità intellettuale, ideologica e condotta morale, non può, e non deve esimersi, che allontanare quei soggetti condannati a fatti gravi, investiti da avvisi di garanzia o che semplicemente presentano dei dubbi sull’integrità etica.