Tirano un sospiro di sollievo tre medici dell’ospedale di Castelvetrano processati, in Tribunale, per omicidio colposo. Alla sbarra, davanti al giudice Giacalone, sono Gerardo Naddeo, Giovanni Marino e Salvatore Chiofalo. Secondo l’iniziale accusa, Naddeo e Marino, componenti della commissione presso l’unità operativa di Rianimazione del “Vittorio Emanuele II”, avrebbero valutato “favorevolmente il trasferimento del paziente Vito Ingrasciotta, ricoverato dal 27 gennaio 2009 a seguito di trauma cranico con stato di coma da emorragia cerebrale diffusa, presso la struttura Villa Eden di Mazara, malgrado le condizioni del paziente fossero peggiorate, omettendo di formalizzare nella scheda di valutazione le precarie condizioni cliniche caratterizzate da insufficienza renale acuta”. A Chiofalo, anestesista, si contestava, invece, di avere dimesso il paziente, sempre ai fini del trasferimento a Villa Eden, struttura che assisteva pazienti cronicizzati disabili, senza menzionare nella diagnosi di dimissioni la patologia renale acuta e con questa la terapia fino a quel momento eseguita. Non consentendo, in tal modo, ai responsabili della struttura privata di inquadrare la patologia del paziente, approntarne le cure o eventualmente rifiutare il ricovero. Ai tre medici si rimprovera, quindi, “imprudenza, negligenza e imperizia”. I fatti contestati risalgono al 18 e al 19 febbraio 2009. Nel processo, responsabile civile è anche l’Asp. Parti civili i familiari della vittima. A difendere gli imputati sono gli avvocati Salvatore Giovanni Di Stefano Messina e Gianni Caracci, il cui compito, adesso, dopo la richiesta di assoluzione avanzata dal pm, appare decisamente più semplice. La sentenza potrebbe essere emessa il 18 luglio.