Il ristorante Delfino, l’albergo Delfino Beach, il Baglio Basile di Petrosino e l’agriturismo La Volpara, assieme ad alcune pertinenze, somme di denaro e altro realizzato e acquistato dopo il 2006, sono i beni che la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani ha restituito all'imprenditore marsalese Michele Licata, 55 anni. A Licata è stata restituita la metà dei beni che gli furono sequestrati a fine novembre 2015.
Licata, ex imprenditore leader del settore ristorazione-alberghiero in Sicilia occidentale, è stato condannato in primo grado a 4 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione per una evasione fiscale di diversi milioni di euro, nonché per truffa allo Stato e malversazione. Un impero economico il cui valore è stato quantificato da Procura di Marsala e Guardia di finanza in 127 milioni di euro.
Tra i beni che, invece, non sono stati restituiti ci sono le villette costruite attorno al Delfino beachwear e a Baglio Basile, la Ramaglia, la Villa Maria, nonché diversi terreni e fabbricati. A fine novembre 2015, gli inquirenti definirono Michele Licata un “abituale evasore fiscale socialmente pericoloso”.
Il maxi-sequestro, disposto su richiesta dell’allora procuratore di Marsala Alberto Di Pisa (pm titolare Antonella Trainito), fu la più imponente misura di prevenzione patrimoniale per “pericolosità fiscale” a livello nazionale.