Con l’assoluzione sentenziata dal giudice monocratico Giorgio Lo Verde (“il fatto non sussiste”) cade anche l’ultima accusa (violenza privata) contro il 43enne marsalese Fabrizio Ignazio Puma, che circa quattro mesi fa era stato assolto dal giudice Francesca Maniscalchi dalle accuse di minacce e un’altra ipotesi di violenza privata.
A difendere l’imputato sono stati gli avvocati Francesco Vinci e Dario Favata. I fatti contestati risalgono al 6 marzo 2013, quando Puma, secondo l’accusa, con la sua auto avrebbe tagliato la strada ad un altro automobilista (F.F., 46 anni, originario del Messinese), costringendolo a fermarsi e minacciando la donna (P.C.) che era con lui, dicendole “te la faccio pagare”.
Nel processo, però, l’avvocato Vinci è riuscito a dimostrare che non c’erano sufficienti prove per affermare che i fatti sono andati davvero così. E per questo fu sentenziata la prima assoluzione.
Adesso, è caduta anche l’accusa di aver sottratto a F.F. le chiavi dell’auto, minacciandolo e costringendolo ad andarsene via a piedi. E questo, sempre secondo l’accusa, dopo avergli detto, impugnando un bastone, “ti ammazzo, te ne devi andare a Messina, ti prendo il cavallo e te lo butto fuori”. Gli avvocati Vinci e Favata, infatti, hanno affermato che P.C. era già andata via in auto. Ed inoltre, nel processo, coloro che avevano sporto querela contro Puma alle domande hanno risposto con diversi “non so” e “non ricordo”.